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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2012 alle ore 09:57.

Messaggio alla nazione del 22 luglio trasmesso in tv a reti unificate: quando il presidente Aquino illustra il programma di rafforzamento della flotta del Paese, sullo sfondo dei numeri (1,5 miliardi annui di investimenti a partire dal 2013) compare una fregata classe Maestrale. Non è un caso. Pochi giorni prima un applauditissimo Barbiere di Siviglia chiudeva la stagione lirica di Manila. Italiani il regista, il direttore e (quasi) tutti i cantanti. Eppure, nell'unico Paese asiatico a maggioranza cattolica con oltre 200mila emigrati in Italia, milioni che sognano di venire da noi per vedere di persona Roma, il Papa e San Siro, l'Italia delle imprese non si fa vedere. Il maggiore importatore di italian food è turco. La vendita di mobili, elettrodomestici e macchinari made in Italy è affidata a trader con base a Singapore. Certo, ci sono le eccezioni.

Mobile e abitazione
Atelier A opera con una fabbrica di mobili a Cebu. Esporta sui mercati del Far East, anche nel settore contract (soprattutto alberghi), vende in Asia, Europa e sul mercato locale. Spiega il titolare, Carlo Cordaro: «È proprio nelle Filippine che stiamo crescendo di più. Si sommano le ricadute del boom dell'edilizia abitativa, che sta trainando l'economia del Paese e quello del turismo con la costruzione di decine di nuovi alberghi e resort. Qui c'è già un forte distretto del mobile competitivo, con una lunga tradizione e un costo del lavoro ancora sostenibile, decisamente inferiore, ad esempio, a quello della Cina. Ma sta anche cambiando lo scenario: le esportazioni dirette soprattutto negli Usa di mobili tradizionali in legno, sono in regresso. Stanno crescendo nuovi produttori con un'impostazione più moderna. E c'è un grandissimo mercato aperto a prodotti di fascia media anche per settori affini come arredobagno, rubinetteria, illuminotecnica, porte e infissi. Per chi vende dall'Italia aiuta anche il cambio: negli ultimi 4 anni il peso si è rivalutato del 14% sull'euro. Non è poco».

Alimentare
Italfood, un'azienda nata quasi per una scommessa di Carlo Fazzini, gestisce l'importazione di vini, conserve, pasta che distribuisce con una discreta rete logistica. «I prodotti italiani sono ricercati dalla ristorazione e anche dalla grande distribuzione. E il mercato cresce», spiega Fazzini. È in fase di avvio un'ambiziosa operazione dell'emiliana Casa Artusi che, in partnership con Bacchus, il primo importatore filippino di vini di qualità, sta aprendo un'accademia italiana della cucina. «Il target finale è l'intero mercato della regione Asia Pacifico», spiega Margarita Fores, promotrice dell'iniziativa.

Progetti stradali e ferroviari
Il mercato è attualmente in mano a general contractor locali e asiatici (Corea del Sud e Giappone) ma due aziende italiane stanno operando con successo in due nicchie. Sono il gruppo Trevi, coinvolto in alcuni dei maggiori progetti stradali e ferroviari del Paese, e leader di mercato nell'ingegneria del sottosuolo. E Maccaferri (Italgabions) che sta aprendo un impianto per la produzione di reti e e strutture di rinforzo.

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