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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2012 alle ore 06:44.

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Prende corpo il «Gran Sasso science institute», la scuola di dottorato internazionale che sfrutterà un giacimento della ricerca che ci invidiano in tutto il mondo: i laboratori dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare costruiti nelle viscere del Gran Sasso che ospitano scienziati che provengono da 29 Paesi. E dove ieri è stato presentato il piano strategico del «Gssi» – questa la sigla del nuovo centro d'eccellenza – dai ministri Francesco Profumo (Università e Ricerca) e Fabrizio Barca (Coesione territoriale) e dal governatore dell'Abruzzo, Gianni Chiodi. L'idea è quella di creare un polo d'eccellenza nella ricerca e formazione in grado di attrarre cervelli da tutto il mondo – la «lingua ufficiale» sarà l'inglese – pronti con il tempo a dare vita ad alleanze con le imprese e a una costellazione di start-up innovative su un territorio, quello dell'Aquila, che faticosamente prova a risollevarsi a oltre tre anni dal terremoto. «Questo laboratorio è unico – ha detto, ieri, il ministro Profumo – gli Stati Uniti che avevano intenzione di farne uno hanno deciso di rinunciarci, questo vuol dire che avremo maggiore capacità di attrarre ricercatori giovani ed esperti provenienti da tutto il mondo».
Il progetto di questa scuola sperimentale – che punta a imitare la Sissa di Trieste e la Normale di Pisa – è stato fortemente voluto dal Governo e potrà contare su 36 milioni per tre anni stanziati dal decreto sulle semplificazioni della primavera scorsa: metà delle risorse saranno a valere sui fondi per la ricostruzione dell'Abruzzo e l'altra su quelli sempre destinati alla Regione nel fondo per lo sviluppo e la coesione. Il centro aprirà i battenti a fianco dei laboratori di Assergi dal 2013 ospitando a regime un centinanio di studenti e una cinquantina tra docenti e ricercatori. Gli studenti vivranno accanto ai laboratori che frequenteranno per i loro studi. Tre le aree sui quali punterà il Gssi: fisica, matematica e informatica e gestione dell'innovazione e sviluppo territoriale. Con il sogno concreto di coltivare da subito nuovi "scienziati-imprenditori" capaci di fare ricerca e innovazione da trasformare in tecnologie per le imprese. «Il nostro obiettivo è replicare il successo della Sissa, la scuola di studi avanzati di Trieste, che è stata capace di creare intorno a sé una rete di imprese e nuove attività tecnologiche preziose per il rilancio del territorio», spiega Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto nazionale di fisica che è il «soggetto attivatore» del progetto. «Vogliamo attrarre studenti da tutto il mondo con forti motivazioni e pronti anche a restare qui dopo – aggiunge Ferroni – offrendogli la possibilità di frequentare questi incredibili laboratori per fare stage ed esperienze formative a fianco dei nostri ricercatori».
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IL PROGETTO

36 milioni
I fondi previsti in tre anni
Le risorse – 12 milioni l'anno (6 a velere sui fondi per la ricostruzione del terremoto e altri 6 dai Fas) – sono state stanziate dal decreto semplificazioni (legge 35/2012) e finanzieranno la Scuola fino al 2015
100
Gli studenti a regime
Il «Gssi» ospiterà un centinanio di studenti italiani e stranieri – selezionati da tutto il mondo – per corsi di dottorato triennali. I docenti e i rcercatori saranno reclutati con bandi internazionali

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