Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2012 alle ore 12:08.

My24

È ancora crisi per il settore delle telecomunicazioni. I tagli del personale continuano infatti a colpire anche le aziende con le prospettive di tenuta più concrete, almeno sulla carta, come chi si occupa dello sviluppo dei nuovi network. Le famose "autostrade" digitali.

Ericsson, multinazionale svedese che in Italia conta su oltre 5mila dipendenti e un fatturato di un miliardo di euro, ha annunciato la mobilità per 374 lavoratori sparsi in venti sedi e appartenenti a 14-15 aree di competenza. «In realtà si tratta di una situazione di difficoltà generalizzata – fa sapere l'azienda – dove i margini si stanno sempre più assottigliando anche a causa della concorrenza asiatica, basata troppo spesso sul progressivo abbattimento dei prezzi. Un trend che pensavamo fosse arrivato definitivamente al capolinea». Il riferimento ai cinesi di Huawei è evidente. Intanto per i 374 lavoratori, come confermato anche dai sindacati, si sta aprendo la procedura di mobilità, ma è di pochi giorni fa l'interruzione delle trattative tra le stesse parti sociali e la multinazionale.

«C'è anche un problema legato al rinnovo del contratto nel comparto delle telecomunicazioni – conferma Michele Azzola, segretario nazionale della Slc-Cgil, con delega alla tlc – scaduto ormai dal dicembre scorso». Tornando a Ericsson tutte le sigle sindacali in un comunicato ufficiale del 24 luglio parlano di stop di ogni tavolo. «Contestiamo in particolare la mancata illustrazione del piano industriale e il ripetuto ricorso a procedure di mobilità quale strumento normale per affrontare la competitività dei mercati», si legge nel documento.
Ma il nodo centrale rimane quello della volontarietà, che Ericsson pare comunque disposta ad affrontare, come già fatto in passato: «Questo annuncio non indica un arretramento degli investimenti – fa sapere una persona vicina al gruppo – ma la necessità di garantire il giusto turnover delle risorse umane in un'ottica di contenimento dei costi. L'azienda potrebbe eventualmente valutare un ridimensionamento degli esuberi e l'inserimento nella trattativa della clausola di volontarietà. Ma di questo si potrà parlare solo con la piena ripresa del dialogo con tutte le parti sociali».

Su questi nuovi esuberi pesa però anche il lecito interrogativo di chi rileva che, poco più di un anno fa, esattamente nell'aprile del 2011, attraverso una cessione di un ramo d'azienda Vodafone trasferì proprio a Ericsson 335 addetti delle field operation, i tecnici che si occupano della gestione e della manutenzione delle reti. In realtà «non sono e non possono essere gli stessi lavoratori – fa notare Ericsson – anche perché quell'operazione è tutelata da un accordo sindacale che prevede la garanzia occupazionale per sette anni». La pensa diversamente Azzola per il quale il collegamento «è reale» ed è frutto di una «distorsione dei modelli organizzativi di aziende come queste».
Più in generale si tratta di capire se queste cessioni, per gli operatori di telefonia, abbiano o meno un senso industriale in un contesto di mercato comunque difficile per tutti. Contesto che dovrebbe portare i gestori a concentrarsi sul business telefonico indirizzando le competenze di una parte dei propri dipendenti verso società in grado di valorizzarle al meglio.

In passato migrarono ad Ericsson i tecnici della Marconi e poi con quelli di 3 Italia, mentre è del 2010 l'acquisizione di Pride, società specializzata in integrazione di sistemi. Ma sulle esternalizzazioni Ericsson è in buona compagnia. Una delle ultime cessione nel settore è quella di Fastweb, che ha trasferito 700 addetti dei suoi contact center a Huawei ma soprattutto a Visiant, società in un primo momento in amministrazione giudiziaria. È stata bloccata invece dal dicastero dello Sviluppo Economico, e in particolare dal ministro Corrado Passera, la cessione dei 1.600 tecnici di rete di Wind, una partita che potrebbe tuttavia essere riaffrontata nei prossimi mesi.

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi