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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2012 alle ore 08:18.

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Una procedura per il contratto integrativo aziendale e una per il piano d'impresa 2012-2015. Separate. E poi il ritiro delle esternalizzazioni. Il negoziato del Banca Mps si è aperto ieri con queste due «pregiudiziali», come spiega il segretario nazionale della Fabi, coordinatore per Mps, Franco Casini. L'azienda ha convocato per ieri un primo incontro per riallacciare i rapporti con i rappresentanti dei lavoratori, dopo lo sciopero di fine luglio, ed entrare nel merito del piano d'impresa, degli esuberi ma anche dei Cia, contratti integrativi aziendali. Secondo quanto riferisce il sindacato si è trattato di un inizio che non rispetta la procedura a cui ci si deve attenere in questi casi. All'azienda che ha ripetuto i nodi fondamentali del piano d'impresa, dai 4.640 esuberi, fino alle 400 filiali da chiudere, il sindacato ha risposto prendendo una posizione molto netta per il proseguo del negoziato. E per questa mattina attende una risposta a cui si lega la piega che potrà prendere. La sua dimensione è inaudita per il gruppo senese dove, andando a memoria, Casini, dice di non ricordare «l'annuncio di un piano del genere. Per Siena è la prima volta che si apre una trattativa di queste dimensioni».

Nel corso della riunione i sindacati, come riassume una nota di Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl, Uilca, hanno ribadito alla controparte l'indisponibilità ad affrontare il tema delle esternalizzazioni, che pertanto assume una valenza pregiudiziale rispetto al prosieguo del confronto. I sindacati hanno inoltre contestato all'azienda la metodologia utilizzata per la disdetta formale del contratto integrativo, «inopportunamente inserita nell'ambito della procedura in corso ed in aperta violazione di quanto in proposito previsto dal Contratto Nazionale, richiedendo pertanto l'estrapolazione della disdetta del rinnovo del Cia dalla procedura medesima», scrivono sempre nella nota. Proprio per questo i sindacati hanno richiesto «l'espletamento di procedure specifiche sui singoli filoni del piano industriale, ricusando così l'impostazione aziendale tesa a concentrare le tematiche in analisi in un'unica trattativa».

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In attesa della riposta di questa mattina, il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni sostiene che la strategia di Mps «in questa prima fase sarà quella di tenere le carte coperte limitandosi a dare una generica prospettiva sulle cose da fare. Anche perché il "leit motiv" aziendale di queste settimane è : nessun esubero e nessun licenziamento». Ma non c'è «niente di più falso», dice Sileoni per il quale la vera partita si gioca soprattutto «sulle esternalizzazioni delle cosiddette lavorazioni a "basso valore aggiunto"». E a questo proposito dice che «ad oggi risulterebbero essere tre le società con cui Mps sta trattando: Bassilichi (partecipata da MPS all' 11%), Cedacri, Cartasi oltre, sembrerebbe, ad una quarta azienda straniera». La cessione a queste società delle attività e del personale «non garantisce assolutamente il posto di lavoro ed il contratto dei bancari ai 2.300 dipendenti interessati, se non per un breve periodo di tempo – osserva Sileoni –. È questo il grande inganno del gruppo Mps».

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