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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2012 alle ore 12:32.

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«La chiamano il corridoio d'Europa», racconta Enzo Stati, area manager in Ucraina per la joint venture Todini-Salini che della M06 ha già ricostruito due tratti. Oggi l'autostrada - affidata per la sua riabilitazione alla Bers, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo - corre dal confine ucraino-ungherese di Chop fino a Kiev: «Ma dovrebbe continuare a Est - spiega Stati - verso la Russia».

Corridoio europeo e anche simbolo di una via che porta all'Ucraina: nel momento in cui il Governo ucraino si ripropone di rilanciare infrastrutture e trasporti, attraverso 16 grandi Progetti nazionali. Costruzione e ammodernamento di strade, ferrovie, porti e aeroporti ereditati dall'Urss sono un settore che l'Ance - l'Associazione nazionale dei costruttori edili - giudica estremamente interessante per le imprese italiane. «L'Ucraina - spiega Carlo Ferretti, presidente del Gruppo internazionale delle Pmi dell'Ance - è un Paese dove molti settori, come quello dell'energia e delle infrastrutture, devono ancora essere notevolmente sviluppati, e dove altri sono ancora da scoprire, come alcune applicazioni delle energie rinnovabili. Può dunque offrire opportunità incredibili, anche per le Pmi, se avvicinato in modo corretto».

L'analisi della situazione dello stesso Governo ucraino non nasconde la portata della sfida della modernizzazione: «Negli ultimi 20 anni la lunghezza delle autostrade non è praticamente aumentata - ammette il ministero delle Infrastrutture nel programma "Strategia 2020" - e la densità è considerevolmente indietro rispetto ai Paesi sviluppati». Le condizioni delle strade non sono soddisfacenti, l'indice di sicurezza è tra i peggiori in Europa. Problemi analoghi per il trasporto aereo, e quello ferroviario: su questo fronte e su quelli di energia/ambiente e immobiliare, l'Ance si è confrontata in luglio a Kiev con Governo, enti pubblici e imprese ucraini, e con imprese e banche italiane, nell'ambito di una missione organizzata con Ambasciata d'Italia e Ufficio Ice a Kiev, chiamata "Italy & Ukraine: Building Together". Costruire insieme.

«È stata un'ottima occasione d'incontro - sintetizza da Kiev l'ambasciatore Fabrizio Romano - in ognuno dei progetti presentati i grandi gruppi italiani hanno certamente il know-how e l'esperienza necessari per poter dire la loro. Ma c'è spazio a mio avviso anche per le nostre Pmi, tecnologicamente specializzate, che potrebbero eventualmente operare in cordata con le altre grandi imprese». Dopo i lavori realizzati per gli Europei di calcio, l'Ucraina sta avviando la seconda fase di sviluppo delle infrastrutture, appalti definiti nei prossimi mesi. Tra i progetti illustrati alle imprese italiane sono la costruzione di un rigassificatore sul mar Nero; la creazione di un sistema efficiente di riciclo dei rifiuti solidi; lo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare eolico e fotovoltaico; la costruzione della quarta linea metropolitana a Kiev e del Grande raccordo anulare, la progettazione di un quartiere per gli affari, la modernizzazione dei sistemi di riscaldamento e delle condutture.

Infine, il progetto per aumentare la profondità del porto di Yuznyj, vicino a Odessa, e l'elettrificazione di 3.500 km di ferrovie, oltre allo sviluppo di infrastrutture per il turismo nella splendida regione dei Carpazi, in vista di una possibile candidatura alle Olimpiadi invernali 2022. Il Governo ucraino, sottolinea l'Ance, «intende creare le condizioni favorevoli per attrarre capitali privati, anche esteri» nella realizzazione di questi che vengono considerati progetti prioritari e strategici per lo sviluppo economico e sociale del Paese, ai quali verranno destinati anche i fondi messi a disposizione dalla Banca mondiale e dalla Bers.

«Le autorità ucraine - spiega Enzo Stati - hanno dimostrato una particolare disponibilità verso noi italiani, che siamo già bene inseriti nel Paese. Riconoscono le nostre capacità di specializzazione, la capacità di adattarsi più velocemente di altri alle loro necessità, alle loro leggi». In Ucraina già da diversi anni, il responsabile di Todini-Salini aggiunge che quello ucraino non è certo un mercato facile: «Ma una volta capiti i meccanismi, formato il personale locale, assicurato l'appoggio di consulenti specializzati nella normativa locale, la complessità del mercato si riesce a superare». Come Todini, tra il 2007 e il 2010 il gruppo ha ricostruito un tratto di 93 km dell'autostrada Kiev-Chop, per completare poi nel 2011 a tempo record un secondo tratto tra la capitale e Zhytomir, 114 km di un'autostrada che le autorità ucraine, spiega Stati, vogliono modernizzare completamente per introdurre un sistema di pagamento a pedaggio.

A Kiev l'Associazione ucraina dei produttori dei materiali per l'edilizia ha consegnato all'Ance una bozza di memorandum di intesa che, sottolinea Carlo Ferretti, una volta formalizzato potrà consentire di indirizzare alla parte ucraina vari progetti di qualità elaborati dalle aziende italiane. In autunno la missione avrà un seguito con un business-forum italo-ucraino: più o meno in concomitanza con le prossime elezioni politiche, sicuramente concentrate - oltre che sull'ingresso in politica di Andryj Shevcenko, sul destino di Yulia Tymoshenko, grande rivale del presidente Viktor Yanukovich, condannata a sette anni di carcere e di nuovo sotto processo. La possibilità di un cambi di regime non dovrebbe cambiare molto per il mondo dell'economia, spiega Enzo Stati di Todini-Salini: «Finora non ho visto differenze, almeno nel trattamento dei contractors. Lo sviluppo delle infrastrutture non dipende dai cambiamenti della politica, è indipendente. Né cambia l'interesse per l'appoggio dell'Europa: che qui in Ucraina, peraltro, ha investito molto».

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