Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2012 alle ore 06:41.

My24


CUMIANA (TO). Dal nostro inviato
Il polo della logistica del Sermig (Servizio missionario giovani) non va in vacanza. La straordinaria avventura della solidarietà costruita dall'ex bancario Ernesto Olivero nell'Arsenale della pace di Torino – centro di riferimento per l'accoglienza in città, con oltre mille bisognosi ospitati ogni sera nei dormitori – ha un cuore aperto al mondo. Accade a pochi chilometri dal capoluogo piemontese, a Cumiana. «Spediamo aiuti in 185 paesi», racconta Rinaldo Canalis, ingegnere della Indesit in pensione, storico collaboratore di Olivero. Dalle medicine agli indumenti, dai pc rimessi a nuovo alle invenzioni low-cost: un interminabile lavorìo di volontari che selezionano, catalogano, smistano, anche in questi giorni di Ferragosto.
Nel cortile della struttura salesiana sono sistemati i container: «Per il Mozambico abbiamo creato un laboratorio di ricerca di idraulica sperimentale – dice Canalis –. Dall'inizio dell'anno abbiamo già mandato via 280 tonnellate di materiale». Ogni mese, da Cumiana partono almeno 300 chili di materiale sanitario. E per risparmiare, si approfitta di un camion che consegna in Italia per rimandarlo via carico di "doni". Per padre Albano, ad esempio, in Romania, che fa dei bazar con gli indumenti che arrivano dal'Italia: vende le cose ricevute e aiuta, tra le migliaia di poveri di una intera città, 50 bambini di strada.
Il centro di Cumiana era una vecchia casa dell'agricoltura, diventata poi un istituto tecnico; oggi ospita un liceo scientifico europeo. Grazie ai volontari del progetto Re.Te., come Aldo, ingegnere in pensione che ci accompagna anche lui nella visita, si riprende la sua antica anima. Re.Te. sta per "restituzione tecnologica": nel polo del Sermig si mettono a punto da anni soluzioni tecnologiche low cost ed eco-compatibili, destinate ai Paesi in via di sviluppo, in grado di soddisfare esigenze basilari: illuminare,rendere potabile l'acqua, edificare case a basso costo, coltivare con tecniche innovative. Tra le soluzioni più suggestive, gli "idropedali", sistemi di purificazione dell'acqua attraverso il metodo dell'osmosi inversa, con un motore o in versione fotovoltaica. O i "cloratori" per produrre ipoclorito di sodio, utili nella stellizzazione dell'acqua dai batteri. O le "serre idroponiche" – utili a coltivare in luoghi difficili come slums, terre aride o inquinateo – i mattoni in argilla, adatti all'edilizia. nei paesi in via di sviluppo. Oppure, ancora, i sistemi per connessioni wi-fi nel Terzo Mondo. È il caso del prototipo che ad agosto sarà trasportato in Tanzania: «Con un'antenna da 200, 300 euro – sottolinea Aldo – riusciamo a far rimbalzare il segnale».
La lista della restituzione tecnologica è assai lunga e include macchine da cucire – «perché lo sviluppo passa attraverso il lavoro delle donne», aggiunge Canalis –, indumenti, sistemi di generazione di calore e energia a basso costo, lampioni fotovoltaici, realizzati con materiali di riciclo. Tutti pezzi preziosi per le comunità che li accolgono. Tutto si ricicla, tutto si vende: «Un container di tappi – spiega Rinaldo – vale 500 euro». E dietro ogni progetto c'è una storia che sembra un reportage. È il caso di Anna, una volontaria che ha trovato e comprato una pressa, necessaria per lavorare i mattoni, ha dato 5 euro a un trasportatore locale per trasferire il macchinario fino alla missione, a 500 chilometri di distanza, e tutto è filato liscio. «Oggi Anna è un'autorità per la gente della comunità», racconta Rinaldo. Tecnologia a basso costo, riciclo dei materiali e attenzione alla sostenibilità ambientale. «Stiamo portando avanti un progetto per allevare carpe in un ecosistema in cui vivono specie diverse, anche siberiane, in grado di produrre grandi quantità di proteine animali in poco spazio», conclude Canalis.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi