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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2012 alle ore 08:13.

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MILANO
Rincari a go go, che pesano sul portafoglio dei consumatori: dall'alimentare all'energia, dai mutui al pieno di benzina, passando per trasporti, elettricità e assicurazioni. Tanto che la crisi mette in difficoltà il 61% degli italiani, che non dispongono di un reddito adeguato, come sostiene un'analisi di Coldiretti e Swg. Ma c'è addirittura un 6% della popolazione che non riesce ad arrivare a fine mese.
Ed è la casa il capitolo più problematico, visto che accendere un mutuo costa sempre di più: secondo l'Ufficio studi di Confartigianato al maggio scorso il tasso medio d'interesse sui prestiti alle famiglie si attestava al 4,12%, con un aumento del 103% rispetto a un anno fa, mentre a giugno 2010 si parlava del 2,51 per cento. Un balzo che allontana il Belpaese dall'Europa, dove in media i tassi sui mutui-casa sono inferiori del 62% rispetto ai nostri.
Sempre secondo Confartigianato, gli italiani per pagare il mutuo devono sborsare un terzo del loro reddito: in Lombardia il 30,9%, con punte del 39,2%, e il 38,4% nel Lazio. E non a caso in un suo recente rapporto la Commissione europea sosteneva che una famiglia italiana su quattro non riesce a pagare il mutuo e che la situazione stava diventando «allarmante». Dati comunque smentiti dall'Abi, l'associazione dei bancari, secondo cui le sofferenze sono solo l'1,2% dei prestiti.
Non c'è da stupirsi quindi se le compravendite immobiliari languono: nel primo trimestre del 2012 hanno registrato un crollo di quasi il 18%, pari a quello del marzo 2009 e che interrompe i due trimestri consecutivi di lieve crescita. Uno scivolone che ha coinvolto, più a monte, anche le imprese dell'edilizia: nell'ultimo anno le imprese di costruzioni sono diminuite dell'1,36% a quota 899.602. In calo dell'1,17% anche le imprese artigiane, che sono la fetta più consistente del comparto edile: 577.588, vale a dire il 64,2% del totale. Negative le conseguenze sull'occupazione: tra giugno 2011 e marzo 2012 è diminuita del 5,1%, pari a 97.800 posti di lavoro in meno.
Effetti pesanti anche sulla produzione: -14% nei primi cinque mesi del 2012, due volte peggio rispetto all'area euro (-6,9%). La lunga fase di discesa della produzione nelle costruzioni mostra i suoi effetti sull'andamento del valore aggiunto reale che dal 2008 ha iniziato a scendere.
Nel 2011 il comparto si attestava sui 68,6 miliardi di euro di valore aggiunto reale, inferiore dello 0,7% rispetto ai livelli del 2000. Di conseguenza è sceso anche il contributo del comparto al valore aggiunto nazionale, che nel 2011 si attestava al 5,3%, inferiore dello 0,3% a quella di undici anni fa.
Ma i mutui e le case non sono l'unico capitolo di spesa in forte aumento per gli italiani, perché secondo Adusbef e Federconsumatori ad attendere le famiglie al rientro dalle vacanze ci sarà una vera e propria stangata, pari a 2.333 euro a testa: dall'Imu alle tariffe di gas e luce, dai trasporti alle autostrade.
Un esborso, quello che attende gli italiani tra pochi giorni, scrivono i consumatori, pari a «quasi la metà» di quanto una famiglia media spende per la spesa alimentare in un anno, «aumenti insostenibili che determineranno pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull'intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi», denunciano a una sola voce Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, sollecitando una politica che punti sul rilancio dell'economia.
«Ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni e investimenti per l'innovazione e lo sviluppo tecnologico. Queste dovranno essere le direttive di marcia del Governo per l'anno in corso», concludono le associazioni di consumatori.
Nello specifico per l'anno in corso si parla per l'alimentazione di rincari di 392 euro, per i treni +81 euro, trasporto pubblico locale +48 euro, servizi bancari, mutui e bolli +93 euro, carburanti +276 euro, prodotti per la casa +123 euro, assicurazione auto +78 euro, tariffe autostradali +53 euro, gas +113 euro, elettricità +110 euro, acqua +22 euro, tariffe sui rifiuti +63 euro, riscaldamento +195 euro, addizionali territoriali +150 euro, Imu prima casa +405 euro, corredo scolastico e libri +53 euro, tariffe professionali-artigianali 78 euro. Totale: 2.333 euro.
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