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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2012 alle ore 06:43.

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BOLOGNA
C'è grande attesa per l'esito del Consiglio dei ministri di oggi, il primo dopo la pausa estiva, in cui il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri ha annunciato porterà la richiesta di amministratori e imprese dell'Emilia-Romagna di prorogare le scadenze tributarie per le popolazioni colpite dal terremoto almeno al 30 novembre, fissando un ulteriore slittamento dei versamenti al 30 giugno 2013 per chi ha subito danni diretti ad abitazioni e aziende.
Un'istanza di cui si sono fatti portavoce in prima istanza i governatori delle tre regioni coinvolte – Errani, Formigoni e Zaia in una lettera inviata al premier tre giorni fa per protestare contro la deadline per le agevolazioni fiscali fissata al prossimo 30 settembre – spalleggiati poi da Confindustria e da politici dei diversi schieramenti. Ieri si sono unite al coro le voci sia del tavolo dell'imprenditoria emiliano-romagnolo (15 associazioni di categoria, dagli artigiani ai commercianti, dalle cooperative agli agricoltori per oltre 350mila imprese rappresentate) che ha definito «indispensabile» l'allineamento e l'allungamento della moratoria sia, con toni ancor più aspri, della Cgil. Il sindacato è in allarme per gli effetti drammatici di una mancata proroga sulle buste paga dei lavoratori nelle zone colpite dal sisma. Non solo. L'appello della Cgil è di prevedere per via normativa una forma di rateizzazione dei versamenti per la regolarizzazione del pregresso – così come avvenuto per l'Abruzzo e come già formalmente chiesto al ministero dell'Economia in una missiva firmata assieme a Cisl e Uil – altrimenti le trattenute tra Irpef, addizionali locali e contributi previdenziali «rischiano in un colpo solo di ridurre in maniera pesante le buste paga dei lavoratori», se non di azzerarle visto che in caso di mancata proroga ci sarebbe da pagare anche la prima rata dell'Imu. Il problema, ha ricordato ieri il senatore Pdl Carlo Giovanardi, sono gli effetti sulle entrate statali di un ulteriore slittamento esteso a tutti, anche in comuni al di fuori del cratere (la sola zona emiliana terremotata contribuisce a quasi il 2% del Pil nazionale). Non a caso lo stesso ministro Cancellieri ha precisato che la questione della proroga riguarda innanzitutto il ministero dell'Economia.
A definire «indispensabile» lo slittamento è stato, sempre ieri, anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, menzionando il modello di efficienza e virtuosità che amministratori e cittadini terremotati stanno offrendo in questi mesi. «Non abbiamo mai chiesto, non chiediamo e non chiederemo mai assistenza – gli ha fatto eco dai microfoni Rai il presidente della regione e commissario per la ricostruzione, Vasco Errani – ma di avere ciò che è giusto. Questa proroga è nell'interesse di tutto il Paese. È una questione di equità non far pagare l'Imu a una famiglia che ha la casa inagibile. E sono certo che l'Emilia dimostrerà che è possibile dare risposte di qualità nei tempi giusti e senza burocrazia, grazie al contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata».
Errani ha firmato ieri due ordinanze per la ricostruzione di municipi ed edifici pubblici, in vista di un nuovo tavolo con i sindaci annunciato per lunedì prossimo volto a completare il piano casa. Per i municipi sono stati stanziati in totale 43,5 milioni di euro, di cui oltre 29 milioni saranno utilizzati direttamente dalla struttura del commissario per realizzare strutture temporanee e 14,3 milioni di contributi ai sindaci per la riparazione o ricostruzione delle sedi. Sono invece 175 gli interventi provvisionali indifferibili per la messa in sicurezza di edifici pubblici (di Comuni, Province e Ausl) cui Errani ha dato il via libera ieri stanziando 4,16 milioni.
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I NUMERI

5
I danni
Danni (in miliardi) al sistema produttivo emiliano,
di cui due miliardi alle strutture e tre come mancati ricavi
13.698
Lo strutture inagibili
Il totale delle strutture completamente inagibili tra stabilimenti produttivi, abitazioni, scuole,
esercizi commerciali
10.662
Parzialmente inagibili
Il numero delle strutture parzialmente inagibili tra stabilimenti produttivi, abitazioni, scuole, esercizi commerciali
37.500
Cassa integrazione
Il numero dei lavoratori in cassa integrazione, di oltre 3.200 aziende
14.804
Persone assistite
Il numero totale delle persone assistite in campi di accoglienza, strutture coperte, alberghi

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