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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2012 alle ore 08:17.

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PORTOVESME (SARDEGNA)
L'alluminio "sardo" dell'Alcoa sempre più vicino all'abbandono dello storico sito di Portovesme. Una questione comunque ancora aperta, che ha causato ieri mattina veri e propri momenti di tensione al porto di Cagliari, dove è stata organizzata una manifestazione preannunciata degli operai dell'azienda. Almeno sette lavoratori, infatti, si sono gettati in mare per impedire l'arrivo del traghetto Tirrenia partito giovedì sera da Civitavecchia, che era tuttavia ancora lontano dalla banchina.
Gli operai sono stati subito recuperati dalle forze dell'ordine, che da ore presidiavano tutta la zona e che attorno all'area degli attracchi avevano creato una "zona sterile" per evitare blitz dei manifestanti. Secondo la Questura di Cagliari la situazione si è subito tranquillizzata, mentre nei giorni scorsi gli operai avevano bloccato gli accessi all'aeroporto di Cagliari-Elmas.
Verso la fine della mattinata, poi, una quindicina di lavoratori è riuscita a salire, in accordo con le forze dell'ordine, sul traghetto Toscana della Tirrenia e all'ingresso del portellone di accesso per le auto hanno srotolato uno striscione con la scritta "stabilimento Alcoa" al grido di "lavoro, sviluppo e occupazione". I passeggeri si sono affacciati dal ponte e hanno applaudito a più riprese gli operai mentre sistemavano lo striscione.
«Non vogliamo creare disagi a nessuno – ha detto Franco Bardi della Cgil – vogliamo che ci sia attenzione per la nostra vertenza, permetteremo di sbarcare ai passeggeri del traghetto appena possibile».
Intanto è stato convocato per il 5 settembre alle ore 13 un tavolo proprio su questa vertenza presso il ministero dello Sviluppo economico. E risale a circa tre settimane fa il passo indietro del fondo Aurelius dalla trattative per rilevare il sito di Portovesme, dove lavorano 500 addetti diretti più 300 dell'indotto, che ha dunque riaperto le procedure per trovare nuovi soggetti interessati al sito ed evitare lo stop alla produzione.
«Cosa aspetta il governo ad occuparsi della vicenda Alcoa? – si chiede il responsabile lavoro e welfare dell'Idv, Maurizio Zipponi – la chiusura degli impianti è vicina e il futuro di migliaia di famiglie è appeso a un filo, ma il governo continua a far finta di niente. I professori la smettano di parlare a sproposito della fine della crisi e dell'uscita dal tunnel, perché l'Italia reale sta sprofondando in un baratro».
Il Governo anticipi il vertice sull'Alcoa del 5 settembre, è stata invece la richiesta della Cisl sarda, che ha ricordato la data fissata dalla multinazionale statunitense per la chiusura dello stabilimento di Portovesme: 3 settembre. Il sindacato, con il segretario generale Mario Medde e il segretario regionale Giovanni Matta, ha sollecitato poi che l'incontro sia coordinato «ai più alti livelli governativi» affinché l'esecutivo nazionale, la Regione, l'azienda e i sindacati trovino una soluzione che scongiuri la fermata. L'appello è rivolto in particolare ai parlamentari sardi affinché premano sul governo per anticipare la riunione. La Cisl si dice preoccupata per la piega che potrebbe prendere la vertenza, vista l'esasperazione dei lavoratori.
«I parlamentari sardi - argomentano Medde e Matta - debbono immediatamente intervenire presso il governo per creare le condizioni dell'ascolto e della definizione della vertenza per prevenire la radicalizzazione delle lotte. Grande è la responsabilità dell'Esecutivo che non valuta con attenzione le proposte del sindacato e le lotte dei lavoratori».
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LA VICENDA
Tariffe agevolate finite nel mirino della Ue
Tariffe agevolate
Dal 1995 al 2009 il gigante Usa dell'alluminio Alcoa gode di una tariffazione agevolata in quanto industria "energivora", con un risparmio di circa due miliardi di euro finito nel mirino dell'Antitrust Ue
Decreto ad hoc
A febbraio 2010 Alcoa annuncia la chiusura dei due impianti, per i costi troppo alti dell'energia, ma con un decreto ad hoc, il "salva Alcoa", il governo Berlusconi vara un abbattimento dei costi per le grandi aziende energivore di Sardegna e Sicilia con il placet del commissario Ue alla concorrenza che a fine 2012 dovrà decidere sulla loro riconferma. Costi inferiori alla media italiana ma in linea con la media Ue, più bassa
La scure della Ue
Nel luglio 2011, la Corte di Giustizia dà ragione alla Commissione che aveva qualificato come aiuti di Stato le tariffe speciali dopo il 2005. Nel quadro di incertezza, Alcoa annuncia la chiusura dell'impianto di Portovesme
I tedeschi di Aurelius rinunciano a Portovesme
I tedeschi si ritirano
Risale a circa tre settimane fa il passo indietro del fondo di private equity tedesco Aurelius dalla trattative per rilevare da Alcoa lo stabilimento sardo di Portovesme, che ha dunque riaperto le procedure per trovare nuovi soggetti interessati il sito ed evitare lo stop alla produzione
Il termine ultimo
Alcoa minaccia di chiudere l'impianto se entro il prossimo 3 settembre (lunedì) non sarà individuato un compratore. Contatti sono in corso con il gruppo svizzero di Glencore

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