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Questo articolo è stato pubblicato il 25 agosto 2012 alle ore 08:17.

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TARANTO
Sono otto gli interventi ambientali che l'Ilva finanzierà con i 146 milioni di euro che il presidente del siderurgico, Bruno Ferrante, ha annunciato una settimana fa a Taranto ai ministri Passera e Clini. Novanta si riferiscono ad attività in corso, il resto a nuovi progetti. È sull'uso di tutte le risorse che Ferrante, oggi, chiederà un'accelerazione dei tempi al cda dell'Ilva, che si riunirà a Milano. Dare segnali netti e chiari alla magistratura e alla città che l'Ilva ha voltato pagina e non solo con gli annunci, è quanto chiedono da giorni i sindacati metalmeccanici. E Ferrante, da quando è al vertice dell'Ilva, non fa che sottolineare lo spirito di apertura dell'azienda.
Un primo riscontro lo si è avuto l'altro ieri, quando l'Ilva e i custodi nominati dal gip nell'ambito della procedura di sequestro hanno concordato quale tecnologia usare per la videosorveglianza dell'area a caldo. Questa è una delle iniziative messe in cantiere dall'Ilva con i 146 milioni e insieme alle altre rientra nell'adeguamento della fabbrica alle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal ministero ad agosto 2011. Più in dettaglio, si legge nel piano dell'Ilva, si tratta di sistemi di monitoraggio che saranno installati in varie postazioni del siderurgico. Operativi 24 ore su 24, controlleranno le «potenziali sorgenti di emissioni convogliate e non convogliate, anche legate a malfunzionamenti e/o anomalie di processo». Un altro sistema di monitoraggio verrà poi installato sulle torce di sicurezza.
Tutto il piano è strutturato in cinque punti e quelli relativi agli altiforni e alle emissioni diffuse sono i più significativi. Per le emissioni diffuse l'Ilva annuncia che entro fine anno sarà pronta la barriera frangivento ai confini dei parchi minerari. Mentre stando al cronoprogramma dell'Aia in vigore, entro il 2013 andranno fatti gli interventi per la copertura dei cumuli di calcare ed entro il 2016 quelli relativi alla chiusura dei nastri trasportatori in modo da «minimizzare i fenomeni di emissione diffusa nella fase di trasporto dei materiali pulvirulenti».
Nell'area altiforni l'Ilva, invece, realizzerà la condensazione dei vapori derivanti dalla granulazione della loppa negli altiforni 1, 4 e 5 e rende noto che quest'intervento è già in corso sul "forno" 4 (9,550 milioni). Sarà anche potenziata la captazione delle polveri dei campi di colata degli altiforni 1 e 5 (9,130 milioni) mentre verrà installata la depolverazione per le stock-house degli altiforni 1 e 2 (silos dove vengono depositati i materiali che devono essere caricati negli stessi altiforni). Si tratta di altri 7,068 milioni. In aggiunta ai 146 milioni, ci sono poi altri due interventi per rispettivi 8 milioni e 15 milioni che prevedono ulteriori sistemi di captazione e aspirazione delle polveri dall'agglomerazione, il primo dei quali sarà in esercizio a fine 2013 mentre per l'altro è in corso lo studio di fattibilitá e si prevede un anno di tempo per realizzarlo.
«L'Ilva farà tutto ciò che è necessario per risanare gli impianti così come ci chiedono magistratura e istituzioni». Ieri Ferrante ha scelto di andare nella mensa degli operai, all'ora di pranzo, per lanciare un messaggio di fiducia. Obiettivo: ridimensionare la paura di massiccia cassa integrazione che serpeggia tra i lavoratori in conseguenza dei vincoli che porranno i custodi e rendere esplicita la volontà dell'azienda di andare oltre le risorse annunciate, dato che è chiarissimo che la messa a norma del siderurgico richiederà un sforzo finanziario imponente, peraltro non ancora quantificato.
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