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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2012 alle ore 08:15.

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Glencore chiede sette giorni per valutare le risposte alle questioni tecniche riguardanti energia e occupazione che ha ricevuto ieri nel corso dell'incontro al ministero dello Sviluppo economico. E poi prenderà una decisione. La multinazionale svizzera è ancora interessata a subentrare ad Alcoa nell'impianto sardo ma non ha presentato alcun impegno scritto. Prima di Glencore altre manifestazioni di interesse erano arrivate all'Alcoa da parte di «Klesch e poi di Aurelius – ricorda Alessandro Profili, responsabile affari europei di Alcoa –. Ma in entrambi i casi quando si è trattato di mettere nero su bianco la proposta gli interessati si sono sfilati e non siamo mai arrivati alla lettera di intenti che impone vincoli».
Questa mattina però la multinazionale americana ha convocato i sindacati per annunciare il programma di chiusura e quindi lo spegnimento delle celle a partire dal primo giorno lavorativo utile dopo la scadenza ufficialmente fissata per la lettera di intenti, fissata ieri, 31 agosto. Senza lettera di intenti Alcoa intende infatti dare seguito a quanto previsto dall'accordo raggiunto al ministero il 27 marzo scorso e cioè la dismissione dell'impianto.
La partita Glencore comunque è ancora da vedere. Di certo c'è solo che nella sua manifestazione di interesse di qualche mese fa la società svizzera aveva richiesto un prezzo dell'energia inferiore a quello attualmente pagato da Alcoa. Su questo tema, il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, spiega che si sta lavorando ad una proroga di tre anni del regime della superinterrompibilità e poi sulla possibilità di accedere ad un altro regime agevolato per sei anni più sei. «Dall'Europa arrivano segnali positivi e in questo modo potremmo dare all'azienda una prospettiva di 15 anni», sostiene Cappellacci. Glencore inoltre aveva ipotizzato 300 esuberi, ovvero 200 tra lavoratori diretti e 100 tra gli indiretti. I dipendenti diretti dell'azienda madre sono però 502, circa 300-350 sono i lavoratori degli appalti e in tutto, compreso l'indotto si raggiungono nella zona i 1.200 lavoratori.
A questo proposito nell'incontro al ministero dello Sviluppo economico a cui erano presenti il sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti, il vice ministro del Lavoro Michel Martone, il management di Glencore e i rappresentanti degli enti locali sardi – il presidente della Provincia Carbonia-Iglesias, Salvatore Cherchi e l'assessore regionale all'industria, Alessandra Zedda –, il Governo e la Regione hanno confermato l'impegno e concordato le modalità per mettere in sicurezza i lavoratori dell'Alcoa e dell'indotto. È stato infatti confermato quanto sottoscritto negli accordi del 27 marzo e dell'11 aprile in materia di cassa integrazione straordinaria per i dipendenti Alcoa ed è stato convenuto che saranno assicurate adeguate forme di tutela anche per i lavoratori dell'indotto. Se ne discuterà nel dettaglio prima della riunione del tavolo Alcoa prevista per il 5 settembre, in un apposito incontro in sede tecnica tra Governo e Regione.
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