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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2012 alle ore 06:44.

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CASERTA
Ancora qualche giorno, poi dovremmo sapere. A breve Ernesto Stajano, commissario straordinario di Firema, gruppo casertano del comparto meccanico-ferroviario in amministrazione straordinaria dal giugno del 2010, aprirà la busta contenente i dettagli dell'offerta per l'acquisto di tutti gli stabilimenti della compagine industriale.
A presentarla la holding tedesca Bavaria, quotata alla Borsa di Francoforte, specializzata in salvataggi illustri e intenzionata a scendere in campo per l'impresa della famiglia Fiore finita due anni fa sull'orlo del fallimento a causa di un buco da 200 milioni. Nel plico, oltre ai termini economici dell'offerta, anche dettagli sul futuro dei siti produttivi di Caserta, Milano, Spello (Perugia) e Tito (Potenza) che un tempo impiegavano 650 addetti, oggi in cassa integrazione nell'80% dei casi. Quella tedesca non è neppure l'unica manifestazione d'interesse per lo storico partner di AnsaldoBreda: altre due di cordate italiane sarebberp interessate tuttavia al solo impianto di Spello. Proprio per quest'aspetto l'opzione tedesca – l'unica omnicomprensiva – resta prioritaria. La valutazione delle offerte era già attesa per il 3 agosto, ma la richiesta di ulteriori approfondimenti avanzata a quanto pare proprio da Bavaria avrebbe fatto slittare a settembre i termini dell'operazione. Per conoscere il futuro di Firema bisognerà comunque aspettare: in caso di fumata bianca con i tedeschi, Bavaria aprirà una due diligence destinata a durare almeno sei mesi. Nel casertano brucia ancora il dietrofront dell'investitore americano che qualche mese fa si era candidato a rilevare il gruppo e in procinto di accedere alla data room ha cambiato programmi.
Assicurare un futuro industriale a Firema rappresenta forse la più complessa tra le missioni del commissario Stajano che, insieme con l'amministratore delegato Giovanni De Felice, è finora riuscito a evitare il fallimento della spa. Pesano anche i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione: c'è una vecchia commessa da 11,5 milioni per conto di Sepsa e Metronapoli Nordest, società di trasporto di proprietà della Regione Campania, per le quali finora sono stati versati solo un paio di milioni all'industria casertana. A luglio scorso la Regione ha firmato un accordo prendendosi in carico i debiti delle sue controllate, aprendo le porte al pagamento a Firema di 5,7 milioni, per lavori già eseguiti da tempo. «Da allora però – precisa Massimiliano Guglielmi di Fiom Caserta – i soldi non sono arrivati, gli impegni non sono stati ancora onorati». Per Carmine Crisci della Cisl casertana, «lo sblocco delle risorse è un buon segnale anche per accrescere l'appetibilità di un'azienda che è sotto la lente di potenziali acquirenti». Perché «in queste settimane – è l'opinione di Antonello Accurso della Uilm provinciale – ci stiamo giocando il futuro di quattro stabilimenti che avrebbero tutte le carte in regola per riprendere a produrre a pieno regime». Il mandato del commissario e gli ammortizzatori sociali scadono a marzo 2013.
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5,7 milioni Sbloccati dalla Regione Firema attende il credito sbloccato ma non ancora erogato

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