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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2012 alle ore 06:42.

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TARANTO
«Le proposte formulate dalla società in sede di riesame Aia non sono state preventivamente rese note ai custodi ed in ogni caso non sono dagli stessi condivide nel merito tecnico». Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento sbarrano il passo all'Ilva e inviano una lettera a tutti coloro che siedono al tavolo per il riesame (in corso) dell'Autorizzazione integrata ambientale, a partire dal ministero dell'Ambiente.
Il disco rosso dei custodi - ai quali sono affidate le aree dell'Ilva sotto sequestro dal 25 luglio scorso - scatta per una serie di atti che l'Ilva ha adottato nelle scorse settimane: il documento relativo «alla possibile applicazione delle Bat conclusion», la nota Ilva per il tavolo tecnico della Regione, le proposte all'Agenzia regionale per la protezione ambientale per la definizione degli interventi di monitoraggio e controllo, il cronoprogramma per le aree ghisa, altiforni, cokerie e agglomerato presentato alla commissione che si occupa dell'Aia e l'integrazione al cronoprogramma per le aree parchi e acciaierie. «Il mandato tecnico attribuito ai custodi dal Tribunale del Riesame - scrivono nella lettera Valenzano, Laterza e Lofrumento - è quello di garantire "la sicurezza degli impianti" e l'utilizzo degli stessi "in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti"».
Per i custodi, quindi, l'autonomia propositiva manifestata dell'Ilva non si concilia con la loro funzione e di qui, appunto, la necessità «di armonizzare le diverse procedure in essere». I custodi fanno poi presente di aver designato un tecnico del servizio ecologia dell'Ilva a partecipare alle riunioni dell'Aia qualora invitato e che comunque lo stesso «ha l'obbligo di acquisire pareri tecnici dai responsabili delle singole aree e di concordare con i custodi ed amministratori tecnici nominati dall'autorità giudiziaria, come peraltro confermato dal provvedimento emesso dalla Procura di Taranto il 5 settembre, qualsiasi decisione da intraprendere».
L'alt all'Ilva dei custodi arriva dopo quello Procura di venerdì scorso. In quella sede, infatti, il procuratore capo della Repubblica, Franco Sebastio, ha chiaramente detto al presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, che le proposte avanzate dall'azienda non sono giudicate adeguate dalla stessa Procura. Anzichè chiarirsi, la situazione del siderurgico sembra quindi complicarsi, anche perchè la Procura sta andando avanti nel rendere operativo il sequestro, tant'è che oggi è in programma un nuovo confronto tra Procura e custodi per incidere ulteriormente, dopo il blocco del parco minerali dei giorni scorsi, nella riduzione dell'inquinamento. E oggi i sindacati metalmeccanici avranno due incontri di fila: con i custodi e con l'Ilva. L'obiettivo è capire quale scenario si prospetta da qui a qualche settimana. Certo, il fatto che custodi e magistrati abbiano via via stoppato diversi interventi proposti o in fase di realizzazione da parte dell'azienda - come ad esempio la barriere antipolveri tra il siderurgico e il quartiere Tamburi - sta a dimostrare come si sia ancora lontani dal procedere in una logica di «soluzioni condivise» che, nei giorni più tesi della vicenda Ilva, il presidente Ferrante ha auspicato come necessarie.
Oggi infine la Camera potrebbe votare il decreto legge sulla bonifica dell'area di Taranto. Quarantadue deputati di diversi partiti hanno presentato un odg con cui chiedono al Governo un accordo di programma per Taranto sul modello Marghera. Il governatore Nichi Vendola ha intanto chiesto «stanziamenti più congrui e adeguati alla gravità del problema».
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LE TAPPE

17 agosto
Il ministro Corrado Clini ribadisce a Taranto in un vertice col ministro Corrado Passera che la nuova Autorizzazione integrata ambientale all'Ilva sarà pronta a fine settembre
20 agosto
S'insedia a Roma la commissione tecnica deputata al rilascio dell'Aia. La presiede Carla Sepe
10 settembre
I custodi scrivono ai componenti del tavolo Aia dicendo di non condividere nel merito tecnico le proposte presentate dall'Ilva in quanto non concordate e discusse con loro

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