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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2012 alle ore 06:46.

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MILANO
Frenesia gare per l'Expo 2015. Dopo l'assegnazione dei primi due importanti appalti – rispettivamente per la sistemazione delle interferenze (97 milioni) e per la realizzazione della piastra (272 milioni) – prenderà il via in pochi mesi un pacchetto di nuove procedure per circa 200 milioni di euro (194,3 per la precisione).
In gioco ci sono le prime strutture che emergeranno dalla piastra, cioè il luogo fisico che ospiterà la rassegna universale. Gli sguardi, come anticipato da Edilizia e Territorio del 23 luglio 2012, sono rivolti al Media Centre e all'Expo Centre, edifici che catalizzeranno l'attenzione di moltissimi visitatori e partecipanti alla manifestazione. Da non sottovalutare anche la gara per la realizzazione delle architetture di servizio perché si tratta di una serie di piccoli e piccolissimi interventi ma disseminati lungo tutta la superficie dell'area espositiva. In comune tutti e tre i bandi di gara hanno la pubblicazione che è fissata nell'ultimo trimestre di questo anno per vedere l'avvio dei lavori nella seconda metà del 2013. La durata degli interventi invece varia.
Per l'Expo Centre si calcolano circa 16 mesi mentre per il Media Centre circa 13 mesi. Si tratta di due edifici destinati a rimanere in eredità dopo la manifestazione e in entrambi i casi sono costruzioni complesse pensate per ospitare eventi, uffici e che necessariamente devono avere un layout interno flessibile. Diverso il discorso per le strutture di servizio che verranno realizzate con il procedere dei lavori sull'intero sito Expo e che alla fine della kermesse verranno smontati e riutilizzati. Sono strutture in legno e vetro, a basso consumo energetico, destinate all'accoglienza per i visitatori: dal bar, ai negozi, ai servizi igienici fino agli sportelli bancomat.
Darà una mano allo snellimento dei tempi l'emendamento approvato nei giorni scorsi per il decreto sviluppo che dovrebbe velocizzare le procedure. In pratica il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici andrà espresso entro «30 giorni non prorogabili» e per le opere che necessitano del parere dei Comitati tecnici amministrativi, «il termine è fissato entro 30 giorni non prorogabili».
Una mossa che dovrebbe tradursi in un grande vantaggio in un momento come questo dove l'elemento più delicato è quello delle scadenze. Tanto che la Fillea Cgil ha lanciato un allarme in cui la partenza dei lavori sarebbe in ritardo e questo rischierebbe di tradursi in una riduzione delle tutele per gli operai impegnati nei cantieri. «A poco più di mille giorni dall'apertura di Expo – ha dichiarato Walter Schiavella segretario Fillea – sono 90 gli operai al lavoro nel cantiere di Rho-Pero ma secondo il cronoprogramma avrebbero già dovuto essere oltre 600 e questo dato indica quanto siamo indietro». Ma in merito a queste preoccupazioni lo stesso Expo ha precisato che al momento i lavoratori impegnati sul sito rispettano pienamente le previsioni (90 operai e 20 impiegati). Mentre secondo il programma che scandisce le attività di preparazione alla location della manifestazione internazionale solo dal primo trimestre del 2013 i cantieri lavoreranno a pieno regime raggiungendo le 600 persone impegnate.
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