Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2012 alle ore 13:41.

My24

La politica di coesione è uno dei pilastri portanti dell'Unione europea. Eppure per le imprese, soprattutto quelle più piccole, Bruxelles è ancora lontana. Sono infatti almeno otto gli ostacoli che rendono accidentato, sul piano pratico, il cammino per poter beneficiare delle risorse disponibili. Lo rivela uno studio recente dell'Europarlamento che ha sentito la voce degli addetti ai lavori attraverso un'indagine sul campo tra i responsabili di nove programmi operativi a livello nazionale.

Per tutti la richiesta è sempre la stessa: serve una maggiore semplificazione.
Le difficoltà si fanno sentire sin da subito, con l'identificazione degli strumenti più appropriati. Se poi si decide di avviare la procedura ci si deve orientare tra differenti scadenze e analizzare numerosi documenti che spesso risultano poco chiari. Altra nota dolente sono i tempi spesso troppo rapidi tra l'apertura e la chiusura dei bandi, che mettono a dura prova la capacità di programmazione da parte delle imprese. Non solo. Le regole spesso cambiano in corsa ed è necessario un continuo aggiornamento per non rischiare di perdere le opportunità. Alcune imprese si scontrano poi con il muro di gomma delle amministrazioni pubbliche e la mancanza di dialogo tra quelle centrali e quelle regionali. Le barriere sono anche di tipo finanziario. Dalla disponibilità immediata di capitale per poter partecipare ai bandi fino alla rendicontazione, perché le aziende, soprattutto quelle più piccole, non hanno gli strumenti e spesso preferiscono gettare la spugna. «Eppure per un'impresa innovativa partecipare a bandi, in particolare nel settore della ricerca, è fondamentale: si entra a far parte di una community e si impara a collaborare con altre aziende», spiega Paolo Bonaretti, portavoce di Enterprise Europe Network, la rete della Commissione Ue per il supporto alle Pmi con 600 punti di contatto in 51 paesi.

Occorre, però, aggiunge Bonaretti, «avere un progetto valido per cui chiedere finanziamenti, perché la Ue chiede qualità e bisogna saperla esprimere». Vietato dunque abbattersi alle prime difficoltà. «La prima regola d'oro – spiega Michele Trizza, responsabile strumenti finanziari per le imprese di Metropoli, azienda speciale Camera di Commercio di Firenze – è giocare d'anticipo, informarsi sui progetti in cantiere e non scegliere di partecipare quando il bando è già stato aperto. È necessario attenersi alle regole, perché altruimenti si rischia di non essere ammessi o di perdere il contributo se qualcosa non va». Da non sottovalutare poi gli aspetti finanziari: «Occorre verificare sempre quello che comporta la partecipazione in termini di liquidità – conclude Francesco Pareti, direttore di Eurosportello Veneto – e se serve un anticipo di spesa, fare delle coperture e capire se si hanno le competenze in termini gestione. (C. Bu.)

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi