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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2012 alle ore 06:45.

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PALERMO
C'è l'incertezza per il futuro e c'è la perdita del potere d'acquisto, c'è la crescita della disoccupazione e c'è la crisi che ha colpito la finanza pubblica. Sono alcuni elementi ritenuti da esperti e imprenditori alla base del calo dei consumi che, in qualche caso, spiega Adam Asmundo, docente universitario e responsabile delle analisi economiche della Fondazione Res, «riguardano anche i beni primari, esattamente come avviene nelle economie di guerra». Su un altro fronte Roberto Helg, imprenditore, presidente di Confcommercio a Palermo e al vertice della Camera di commercio , sottolinea quanto i redditi siano «erosi dall'imposizione fiscale. Ma c'è anche un'altra questione: tutti noi siamo preoccupati per il futuro e ciò ci porta automaticamente a ridurre i consumi a tutti i livelli». Ed è sempre Helg a sottolineare come all'incertezza sul futuro si sommi una crescita di chi resta senza lavoro (il tasso di disoccupazione in Sicilia è del 19,4% cresciuti di quasi cinque punti in un anno) e di «chi ha rinunciato a cercare lavoro e non compare nemmeno nelle ricerche».
Più articolato il ragionamento dell'economista il quale mette comunque l'accento sulla cautela dei consumatori: «C'è anche un'altra situazione: anche se i prezzi non crescono c'è una percezione complessiva di aumento dei costi del carburante e delle tariffe in generale. E in linea generale anche la crisi della finanza pubblica, in una regione come la nostra. ha la sua importanza». Anche se poi ci sono dati paradossali come quello che riguarda i depositi bancari: «Negli ultimi anni – dice Asmundo – sono cresciuti e anche considerevolmente. Segno che c'è un problema di redistribuzione del reddito».
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