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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2012 alle ore 15:46.

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MILANO. Operazione fiducia all'Italia: domani il presidente del consiglio Mario Monti taglierà il nastro nel nuovissimo e ipertecnologico stabilimento Barilla di Rubbiano, in provincia di Parma, destinato alla produzione di sughi. Un evento raro di questi tempi e non solo nella food valley (nei giorni scorsi si è conclusa la ristrutturazione di Parmalat).

Monti e i Barilla (ma ci saranno anche il governatore Vasco Errani e il sindaco di Parma Pizzarotti) daranno l'avvio a uno stabilimento 2.0 che a regime sfornerà 130 milioni di vasetti di vetro provenienti da due linee di lavorazione di pesti e sughi pronti a base di pomodoro, per oltre il 50% destinato ai mercati esteri. L'investimento si aggira intorno ai 45 milioni, tra infrastrutture e impianti. Lo stabilimento, con 120 addetti, sorge vicino a un altro dedicato ai biscotti e alle fette biscottate del Mulino Bianco.
L'anno scorso il gruppo Barilla ha realizzato ricavi per 3.916 milioni, in linea con l'anno prima ma la flessione sul mercato interno è stata più che compensata da una sessantina di milioni in più realizzati sui mercati internazionali.

Domani, il presidente Guido Barilla si soffermerà sul forte valore simbolico di questo investimento che segna, in modo tangibile, la svolta strategica del gruppo: focalizzazione sul core business (con la prima operazione produttiva inhouse di sughi dopo 40 anni) e diversificazione nei piatti pronti. E Barilla darà anche una risposta a un dubbio: perché internalizzare una produzione da anni affidata a un copacker? Perdendo quindi flessibilità e aumentando i costi fissi in un mercato italiano molto debole.

La risposta è che le tecnologie di Rubbiano garantiscono innanzitutto sicurezza, poi tagliano costi e inoltre la flessibilità produttiva consentirà di raddoppiare la produzione, da 35mila tonnellate fino a 60mila. Facile prevedere che l'export avrà una funzione di driver dello sviluppo e, se ciò avverrà, consentirà di spingere anche l'occupazione. L'anno scorso in Europa il valore dei sughi pronti è cresciuto fino al 5 percento. La strategia di Barilla sembra dunque coerente con la crescita del food tricolore sui principali mercati mondiali (stiamo recuperando un ritardo storico, persino sulla Germania). «Dall'ultimo incontro con l'azienda – interviene Mauro Macchiesi, segretario nazionale di Flai Cgil – abbiamo appreso che per ora i volumi produttivi di Rubbiano sono identici ai precedenti ma bisogna guardare al successo che, in particolare negli Usa, avranno i piatti pronti lanciati dallo scorso febbraio».

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