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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2012 alle ore 06:43.

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L'ipotesi alternativa ventilata 10 giorni fa è ora l'unica soluzione possibile. I finlandesi di Outokumpu marciano dritti verso la cessione dell'ex Thyssen di Terni, condizione ritenuta indispensabile per ottenere dall'Antitrust Ue il via libera ad acquisire Inoxum (a cui fanno capo tutte le attività Inox) dalle mani di ThyssenKrupp. Sbarazzarsi delle attività italiane è l'unica soluzione «correttiva» che permette ai finlandesi di non trovarsi in una posizione dominante nell'inox europeo. Outokumpu ha formalizzato ieri un impegno vincolante per la cessione del sito di Terni, insieme ad alcuni centri di servizio europei. Il ceo di Outokumpu, Mika Seitovirta, si è detto «dispiaciuto di essere stato messo» in questa situazione. «Questo – ha puntualizzato – non è stato fatto per scelta, ma per la necessità di soddisfare le richieste della Commissione europea. Ho grande rispetto per il talento e l'impegno dei lavoratori dello stabilimento di Terni – ha aggiunto il ceo –. Come attività integrata e di alta qualità, Terni doveva avere un ruolo centrale nella nuova piattaforma industriale di Outokumpu».
Inizialmente i finlandesi avevano proposto come «correttivo» la cessione delle divisioni svedesi di acciaio inossidabile di Avesta, Nyby e Kloster. «Purtroppo – spiega Seitorvita – è stata respinta la nostra prima proposta, e ora ci troviamo ad affrontare una situazione in cui non abbiamo altra scelta che quella di cedere Terni per ottenere l'approvazione della transazione con Inoxum». Questo nuovo impegno correttivo vincolante, spiegano i vertici finlandesi, comporta a questo punto che le attività svedesi continuino ad operare all'interno di Outokumpu. La decisione finale dell'antitrust è attesa entro il 16 novembre.
In giornata il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha ribadito l'impegno del Governo per la tutela produttiva e occupazione dello stabilimento ternano, annunciando che in un prossimo incontro con il ceo di Outokumpu (fissato per martedì 16 ottobre) «ribadirà con forza la necessità che siano evitate, da parte del gruppo finlandese, iniziative che possano compromettere l'integrità del sito». Una preoccupazione manifestata nei giorni scorsi anche dal sindacato. Ieri, in particolare, si è appreso che il «correttivo» proposto dai finlandesi esclude una linea di produzione di ricottura brillante (l'impianto B.A. 2), che sarà trasferita a un sito del gruppo Outokumpu; anche la società Tubificio di Terni non sarà ceduta, ma rimarrà all'interno del perimetro di Inoxum. I sindacati temono che questa scelta riduca ulteriormente le possibilità di trovare un compratore per Terni, già compromesse dal difficile momento del mercato dell'inox. «È come se mettessero sul mercato una macchina senza motore – spiega Celestino Tasso, della Fim ternana –, sono elementi fondamentali per la verticalizzazione dell'attività». Ieri mattina i lavoratori si sono fermati per un'ora e mezza in segno di protesta. «Giovedì – aggiunge Claudio Cipolla, della Fiom ternana – ci fermeremo altre tre ore con presidio davanti alla prefettura. L'unitarietà del sito e il profilo multinazionale sono condizioni essenziali: qui non si deve toccare nulla».
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