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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2012 alle ore 09:20.

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La rapida modernizzazione della Polonia non è stata finora accompagnata dallo sviluppo di una rete di infrastrutture all'altezza. Non solo nel sistema dei trasporti: le infrastrutture energetiche hanno a loro volta bisogno di investimenti per far fronte alla domanda di energia del sistema produttivo.

Su questi fronti, spiega il sottosegretario all'Economia Pawel Tamborski, Varsavia cercherà di spingere nei prossimi anni, anche per sostenere la domanda interna in questa fase di recessione dell'Eurozona e inevitabile rallentamento dell'export. E per rendere la Polonia meno dipendente dal carbone, sul fronte energetico.

Secondo un report di Pmr, tra il 2012 e il 2022 sono già programmati progetti per 33 miliardi di euro nella costruzione di impianti per la produzione di energia. Investimenti per 600 milioni di euro (per una capacità di 500 mw) sono già in fase di realizzazione, mentre contratti per quattro miliardi (3mila mw di capacità) lo saranno presto. «Questo però - fa notare il report - è solo l'inizio del trend» che peraltro potrebbe far tornare a crescere il settore delle costruzioni, dopo il recente rallentamento degli investimenti in strade e ferrovie.

Dopo anni di preparazione, tra i progetti in arrivo c'è anche quello per la costruzione della prima centrale nucleare polacca: costo 9,4 miliardi di euro. L'americana Pge, l'italiana Enea e le polacche Kghm e Tauron hanno di recente siglato un accordo per l'esecuzione congiunta del progetto.

(G.D.D.)

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