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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2012 alle ore 07:55.

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di Nicoletta Picchio

ROMA - Rush finale per l'accordo sulla produttività. Ieri sera, dopo un confronto durato circa 7 ore, i sindacati hanno trovato una posizione comune sul documento che dovrebbe fissare un nuovo equilibrio sul sistema contrattuale, spostando il baricentro sui contratti aziendali, permettere una maggiore flessibilità di orario, consentire alle categorie di tenere conto, nei rinnovi, della situazione economica.

I tecnici di Cgil, Cisl e Uil hanno continuato a lavorare fino a tardi, per limare gli ultimi dettagli ed hanno spiegato l'intesa ad un rappresentante di Confindustria, che oggi ne riferirà nella riunione delle organizzazioni imprenditoriali, fissata alle 8.30 in viale dell'Astronomia. Intanto il governo tiene alta l'asticella del confronto: occorre un accordo di alto profilo, hanno detto i ministri dello Sviluppo, Corrado Passera, e del Lavoro, Elsa Fornero, in un incontro che si è tenuto ieri pomeriggio con le organizzazioni delle imprese. Un documento che tocchi tutti i punti, rafforzamento del secondo livello, orario di lavoro, compresi turni e festività, ed anche il demansionamento, Punti su cui non sarebbe escluso in seguito anche un intervento legislativo.

Se tutto andrà liscio, potrebbe esserci oggi l'incontro a Palazzo Chigi tra le parti e il governo, per sancire l'intesa tra le parti. Secondo alcune indiscrezioni circolate martedì, si sarebbe dovuto tenere ieri sera alle venti. Il governo aspettava l'intesa tra le parti per la convocazione ufficiale. Ma a metà pomeriggio l'ipotesi è sfumata: si è capito che imprese e sindacati non sarebbero riuscite a trovare l'intesa in tempo utile per la convocazione in serata. Oggi ci sarebbe ancora tempo per un appuntamento con il governo, prima che il presidente del Consiglio, Mario Monti, parta per andare al vertice europeo che si tiene oggi e domani.
Monti aveva sollecitato le parti sociali a trovare un accordo in tempo utile per poterlo presentare in Europa in questa occasione. Di tempi, oltre che di contenuti, si è parlato ieri pomeriggio tra i ministri e i rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali. Passera e la Fornero hanno chiesto informazioni sullo stato della trattativa, sollecitando un accordo di alto profilo e puntualizzando che il governo non avrebbe distribuito soldi a pioggia. Nella legge di stabilità sono stati stanziati 1,6 miliardi per la detassazione e la decontribuzione del salario di produttività da erogare quindi in base agli accordi di secondo livello. È in azienda che si possono firmare intese che puntino al recupero di produttività, obiettivo del governo. «Lo spread di produttività costa circa 70 miliardi all'anno», ha detto Passera in mattinata, all'inaugurazione dello Smau. Bisogna recuperare quei 20 punti di distanza che ci separano da altri paesi su cui il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, insiste costantemente. Ieri alla riunione era collegato in videoconferenza e in una intervista all'agenzia tedesca Dpa sull'accordo si è dichiarato «relativamente ottimista».

Nonostante l'esigenza dell'appuntamento europeo, serve quindi un accordo che raggiunga l'obiettivo. Ed è emerso, sia come riflessione del governo che delle organizzazioni imprenditoriali, che se dovesse servire più tempo per trattare, si potrà continuare anche nei prossimi giorni. Ciò che trapela è l'intenzione di arrivare da parte delle imprese, Confindustria in primis, ad un accordo unitario, cioè che includa la Cgil, la confederazione che al tavolo ha opposto le maggiori resistenze sugli argomenti più difficili: il rapporto tra contrattazione nazionale e aziendale, in particolare poter spostare al secondo livello i soldi degli aumenti dei contratti nazionali; le ipotesi di demansionamento in caso di crisi aziendale; la possibilità per l'orario di lavoro di derogare alle normative attraverso la contrattazione.
«Sono ottimista» ha detto ieri sera il presidente di Rete Imprese Italia Giorgio Guerrini sull'ipotesi di un accordo oggi, dopo un confronto ieri pomeriggio con Abi, Ania, Coop, assente Confindustria, che ne discuterà stamattina. Alcune parti sarebbero state riscritte: «Siamo andati avanti sul nostro documento, integrandolo, tenendo conto anche dei contatti indiretti avuti con il sindacato».

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