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Questo articolo è stato pubblicato il 31 ottobre 2012 alle ore 06:44.

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MILANO
Peggiora la qualità dell'aria in Italia. E smog e traffico assediano la Pianura Padana. Nelle città italiane torna a crescere l'inquinamento atmosferico: la media delle polveri sottili passa da 30 a 32 microgrammi per metro cubo, e sono dieci in più – da 27 a 37 – i giorni dell'anno in cui l'ozono scavalca i limiti di legge. I dati sono contenuti nel 19° rapporto "Ecosistema urbano", il dossier realizzato da Legambiente in tutta Italia, sulla base di diversi fattori, tra cui la presenza di aree verdi, il consumo di acqua, le aree pedonali, le piste ciclabili e, soprattutto, la qualità dell'aria. Ma nel rapporto manca il dato di Taranto – riguado alla quale Legambiente ha deciso, nelle more di un'indagine giudiziaria in corso – di non fornire elementi «facilmente strumentalizzabili», per altro disponibili nel precedente rapporto "Mal'Aria" di gennaio scorso in cui la città jonica ha valori nettamente migliori di città come Torino o Milano.
Dal Rapporto "Ecosistema Urbano" emerge che sono saliti a 17, contro i 6 dell'anno precedente, i capoluoghi in cui si registra un valore medio annuo di polveri sottili superiore al limite dei 50 microgrammi per metro cubo, previsto dalla direttiva Ue. Tra i peggiori centri urbani Verona, Milano, Torino e Monza, tutte città del Nord e della Pianura Padana. Sono 24 le città che fanno registrare un valore superiore ai 40 mg/mc in almeno una centralina.
In ben 24 città (rispetto alle 18 della passata edizione) il numero di giorni di superamento della soglia di 120 mg/mc è pari o maggiore a due volte il valore obiettivo. Sono poi 10 i capoluoghi che raggiungono un valore almeno triplo di quello consentito. Tra le città grandi, le situazioni peggiori (con più di 50 giorni di superamenti) ci sono Venezia, Bologna e Padova. Tra le città medie Modena, Varese, Brescia, La Spezia, Parma, Reggio Emilia e Bergamo superano addirittura di tre volte i limiti consentiti e altrettanto, tra le piccole, fanno L'Aquila, Lecco e Mantova.
I parametri dello smog - dice il Rapporto - sono direttamente influenzati da quelli della mobilità. La densità media di automobili nei capoluoghi continua a crescere, con 63,8 auto ogni 100 abitanti, mentre i cittadini compiono in media 83 viaggi all'anno su bus, tram e metro, contro gli 85 del precedente rapporto.
La scelta di non diffondere alcun parametro su Taranto ha fatto discutere. «Alla luce dell'indagine giudiziaria ancora in corso – ha spiegato la stessa Legambiente – si è deciso di non pubblicare i dati relativi sulla qualità dell'aria di Taranto per non ingenerare ulteriore confusione in un dibattito caratterizzato da inutili e dannose strumentalizzazioni». Tuttavia, nel rapporto di Legambiente denominato "Mal'aria" del gennaio scorso, i dati di superamento medio giornaliero di Pm 10 rispetto alla peggiore centralina di monitoraggio di ciascun capoluogo italiano (che per Taranto si colloca in via Machiavelli, all'interno del rione Tamburi, quello vicino all'Ilva) registrava un superamento dei livelli di 45 giorni l'anno (158 a Torino, 131 a Milano).
«Questo dato di Taranto – ha spiegato Giorgio Assennato, direttore dell'Agenzia per l'ambiente pugliese – non va letto dal punto di vista quantitativo, ma qualitativo. Il benzoapirene si misura sul livello di Pm10, ma è la particolare caratteristica qualitativa del Pm 10 che si trova nel rione Tamburi a preoccupuare per le sue ripercussioni sulla salute. Caratteristiche che non emergono dal dato quantitativo e che lo rendono diverso e assai più nocivo delle concentrazioni in Pianura Padana».
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