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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2012 alle ore 13:30.
Spenta l'ultima cella dell'Alcoa di Portovesme, sindacati, lavoratori e istituzioni sarde attendono l'arrivo sull'isola della task force ministeriale, fissata per il 13 novembre.
Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, il sottosegretario dello stesso dicastero Claudio De Vincenti e il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca proveranno a sbloccare una situazione che, dopo la chiusura definitiva dello stabilimento sardo, sembra essere arrivata a un punto morto, nonostante da fonti ministeriali si precisi che siano ancora aperti canali di confronto con alcune realtà (tra queste la trattativa in fase più avanzata è quella con la svizzera Klesch, ma c'è dialogo anche con un fondo americano e un gruppo cinese) che hanno manifestato interesse a rilevare l'attività del Sulcis. Al centro della sessione di incontri del 13 novembre c'è il tentativo di introdurre alcuni elementi concreti nel cosiddetto «piano Sulcis», un intervento organico di rilancio del manifatturiero del territorio. Come confermato nei giorni scorsi, l'obiettivo del Governo è realizzare un confronto a tutto campo. In questi giorni che separano dall'appuntamento dovrebbero essere definiti con maggiore precisione i dettagli dell'azione governativa alla quale, come confermato dal Mise in un recente documento, «Governo e Regione Sardegna stanno dedicando risorse economiche ed operative in stretto raccordo con la Provincia e le istituzioni locali». L'ambizione, però, è svincolare il dibattito dal solo destino dell'alluminio. Sul tema è intervenuto ieri anche il sindacato sardo. Per Mario Medde, segretario generale della Cisl Sardegna, è importante che la delegazione «venga per valutare l'entità dei disastri sociali ed economici, ma anche per offrire soluzioni e non solo parole di comprensione e solidarietà. Alcoa, Eurallumina e Carbosulcis e la crisi industriale del Sulcis Iglesiente – ha detto – sono la punta di un icesberg che riguarda l'intera isola». Al territorio, secondo il sindacalista, bisogna «dare immediate risposte, ma nel contempo il governo deve affrontare e risolvere alcuni problemi strutturali, di sua diretta responsabilità, quali ad esempio la revisione del patto di stabilità, il riconoscimento dello status di insularità, la mobilità delle persone e delle merci e la continuità territoriale, il divario infrastrutturale con le altre regioni del Paese la riduzione del costo del lavoro derivanti dall'imposizione fiscale e tariffaria». Il sindacato ha programmato per il 24 novembre una manifestazione popolare di protesta, che si terrà a Cagliari.
Secondo l'accordo raggiunto lo scorso marzo al Mise, gli addetti di Portovesme resteranno al lavoro fino al 31 dicembre, al fine di completare la messa in sicurezza dell'impianto (le attività di elettrolisi, di fermata della celle e di preparazione delle celle per un eventuale riavviamento proseguiranno fino al 10 novembre). A partire da gennaio, scatterà la Cigs per 12 mesi, prorogabile eventualmente per un altro anno.
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