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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2012 alle ore 16:22.

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Altro che «choosy» 4 giovani su 5 hanno un contratto precario. Il posto fisso è un miraggioAltro che «choosy» 4 giovani su 5 hanno un contratto precario. Il posto fisso è un miraggio

Per i giovani l'ingresso al lavoro resta "flessibile". E ciò nonostante le nuove regole sulla flessibilità in entrata introdotte a luglio dalla riforma Fornero. Entro la fine dell'anno, infatti, ha evidenziato Unioncamere, su 218mila nuovi ingressi nelle imprese dell'industria e dei servizi, solo il 19% è avvenuto con un contratto a tempo indeterminato (compreso l'apprendistato). Per il lavoro subordinato però il saldo complessivo si
manterrà negativo con 120mila posti di lavoro in meno.

Flessibili l'80% dei nuovi ingressi
Analizzando i dati contenuti nel sistema informativo Excelsior, relativo al quarto trimestre 2012, è emersa una sempre più ampia spaccatura tra lavoro "stabile" (contratto a tempo indeterminato, cui può essere assimilata anche la nuova formula dell'apprendistato, riformato da Sacconi nel 2011) e le altre forme di lavoro, sia subordinato (contratto a termine - compreso quello a carattere stagionale – e lavoratori interinali), sia autonomo (collaboratori a progetto, partite IVA e lavoratori occasionali). Fatto 100 il totale delle entrate previste nel IV trimestre dell'anno, ha evidenziato Unioncamere, ben l'81% sarà destinato a forme di lavoro "flessibile".

È una fase di incertezza sulle nuove regole da applicare
Secondo Unioncamere, però, è presto per mettere nel mirino la riforma Fornero. Questo perchè, spiega una nota, le imprese sono state interpellate a settembre «e quindi ancora non pienamente edotte rispetto ai contenuti della riforma del mercato del lavoro varata a luglio». Nel programmare le entrate di nuovo personale, ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, «le imprese manifestano tutta l'incertezza di questa fase congiunturale. Si ha quasi la sensazione che il tessuto produttivo, soprattutto nelle aree vocate all'export, abbia la tentazione di allargare la propria base occupazionale ma poi tema di fare il passo più lungo della gamba, introducendo in forma stabile nei propri organici nuovo personale».

I nuovi contratti "autonomi" saranno 60.400
Dall'indagine è emerso anche come oltre alle poco più di 131mila assunzioni "dirette" di lavoratori alle dipendenze, nei tre mesi finali dell'anno le imprese prevedono di stipulare altri 87mila contratti di lavoro, suddivisi tra quasi 27mila interinali (lavoratori subordinati assimilabili ai 131mila dipendenti di cui si è detto) e 60.400 "autonomi"; di questi, 43.500 collaboratori "a progetto" e quasi 16.900 di altro tipo (soprattutto lavoratori a partita IVA e con contratto di lavoro occasionale). Questo porta gli ingressi totali di lavoratori dipendenti (includendo anche gli interinali) a 157.600 mila, e il complesso degli ingressi programmati in azienda a quota 218mila.

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