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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2012 alle ore 06:42.

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Una frenata così dei prestiti delle banche alle imprese non si vedeva da almeno tre anni. Segno che la crisi continua a mordere acuendo la contrazione del credito nonostante il costo del denaro sia in leggero calo. A settembre scorso e per il quinto mese consecutivo i finanziamenti alle aziende risultano infatti in diminuzione, ma la contrazione stavolta è stata più forte: -3,2% rispetto all'anno prima, un dato ancora più negativo del -1,9% di agosto.
I nuovi numeri sullo spettro del "credit crunch" arrivano dalle elaborazioni diffuse ieri dalla Banca d'Italia con la pubblicazione del bollettino su moneta e banche. Numeri che sono la cartina al tornasole della forza della morsa recessiva che stringe ancora il nostro Paese. Come dimostra il calo che riguarda anche il tasso sui dodici mesi dei prestiti all'intero settore privato che include oltre alle società non finanziarie (le imprese) anche famiglie, assicurazioni, fondi pensione e altre istituzioni finanziarie: in questo caso la frenata nell'insieme è stata più limitata (-0,8% a settembre), ma molto più alta di quella di agosto (-0,2%), gli unici segni "meno" di tutto l'anno.
A pesare sono sicuramente anche i prestiti alle famiglie ormai ai minimi storici: solo uno striminzito +0,1% rispetto al +0,4% tendenziale registrato ad agosto. Numeri lontanissimi da quelli di un anno fa quando il credito alle famiglie cresceva ad un tasso del 4,5% a settembre e del 4,7 ad agosto.
Insomma, la contrazione degli impieghi continua a peggiorare nonostante i tassi bancari siano in diminuzione a settembre sia per le imprese che per le famiglie, come indica la stessa Bankitalia. E nonostante la domanda di credito delle imprese sia tornata a crescere, come dimostrano gli ultimi dati del barometro Crif (si veda il Sole 24 Ore di ieri) che parlano di un aumento di domanda a ottobre del 9% sull'anno prima.
Gli ultimi numeri della Banca d'Italia sul costo del denaro indicano che i tassi sui prestiti fino a un milione – quelli che sono normalmente appannaggio delle Pmi – sono in lieve discesa a settembre al 4,42% medio (era il 4,55% in agosto). Mentre per i prestiti oltre il milione di euro i tassi sono leggermente aumentati al 2,91% (contro il 2,67% del mese precedente). I tassi sui mutui casa per le famiglie mostrano, infine, un valore del 4,10% a settembre (tasso Taeg) rispetto al 4,21% segnalato da via Nazionale per agosto. Per il credito al consumo, invece, i valori sono rimasti pressoché invariati da un mese all'altro: il tasso medio è al 9,73% contro il 9,71% segnalato ad agosto.
Resta stabile, poi, il trend di crescita delle sofferenze bancarie: il tasso sui dodici mesi – senza correzione per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche – si è attestato al +15,3% (era il 15,6% ad agosto). In particolare, passando ai raggi X i numeri di Bankitalia, ci si accorge di quanto pesino le sofferenze lorde nei confronti delle imprese: erano 77,161 miliardi al 31 agosto, dopo un mese lo stock è cresciuto a 78,452 miliardi. Un balzo in avanti ben superiore rispetto ai crediti inesigibili delle famiglie passati dai 26,505 miliardi (in agosto) a 26,765 di settembre.
Sul versante della raccolta i dati di via Nazionale registrano che a settembre i depositi del settore privato sono cresciuti del 5,7% su base annua (3,5% ad agosto). Il tasso di crescita sui dodici mesi della raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è stato invece pari all'11,6% (12,9% ad agosto).
Infine il bollettino diffuso ieri dà conto anche dei rapporti che intercorrono tra Bce e banche italiane: i finanziamenti della Banca centrale europea hanno raggiunto a ottobre quota 276,46 miliardi di euro (272,7 per rifinanziamenti a lungo termine), in lieve calo sui 276,7 del mese precedente.
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