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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2012 alle ore 08:24.

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Il Governo italiano prova a recuperare la proposta di Regolamento europeo sul Made in per la tracciabilità delle merci di provenienza extra-Ue. In ballo da quasi un decennio, il 23 ottobre il dossier è stato stralciato dalla Commissione europea. La motivazione addotta? Il mutato quadro giuridico innescato da tre recenti sentenze Wto.
Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha scritto una lettera al commissario De Gucht e ha ricevuto gli europarlamentari Cristiana Muscardini e Gianluca Susta, tra i più strenui sostenitori del provvedimento, ai quali ha ribadito l'impegno del Governo a battersi in sede europea per far ripartire la proposta di regolamento.
Di fatto, il ritiro del provvedimento non è stato ancora pubblicato in Gazzetta, il che trasforma l'impegno promesso in una lotta contro il tempo per ripescare la proposta di Regolamento.
«Il ministro Corrado Passera ha mostrato grande determinazione rispetto alle necessità di continuare a battersi per un cambiamento di rotta sul tema del Made in - dice Cristiana Muscardini - faccio notare che il passo indietro ancora non è finito in Gazzetta Ufficiale. Il prossimo 29 novembre c'è un Consiglio dedicato al commercio, e ha fatto bene il ministro a manifestare per lettera stupore e contrarietà molto forte alle autorità di Bruxelles. Certo si può chiedere che il dossier non sia ritirato, ci sono anche margini per sondare e capire quali sono i punti ancora emendabili per il Consiglio».
Certamente è tempo di valutare la questione in termini più generali per valutare che margini di negoziato esistono in Europa per trattare sul tavolo dei dossier. È innegabile però che la Commissione nel caso del Made in ha agito di propria iniziativa, senza avvertire ufficialmente gli Stati membri. La motivazione addotta per il dietro front è apparsa più come la ricerca di una scusa piuttosto che un vero e proprio ostacolo giuridico sulla improcedibilità perchè le decisioni Wto sono recenti e non è stato ancora valutato l'impatto.
La Commissione, inoltre, pare avesse fatto circolare un documento (n.107/12 del 3 ottobre 2012) che prospettava l'eventuale possibilità di individuare un'evoluzione diversa della situazione, ipotizzando soluzioni che avrebbero consentito di continuare, attraverso una diversa base giuridica, la ricerca di una finalizzazione positiva per la proposta di regolamento.
L'Italia considera inaccettabile un ritiro tout court, allo stato dei fatti un'eventuale soluzione potrebbe anche essere portare la proposta fuori dalla filiera Trade ad altro servizio della Commissione, anche se occorrerà ripartire da zero.
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