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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2012 alle ore 08:23.

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MILANO
Grande interesse per l'acquisto di Ansaldo Energia, anche in joint con Cassa depositi e prestiti. E un forte impegno in Europa, con investimenti previsti per un miliardo, e in Italia, attraverso l'acquisizione, già concretizzata, di tre realtà produttive, Ansaldo Sistemi Industriali (Asi), la Sole di Pordenone e i quattro stabilimenti italiani Fir del gruppo Usa Kinetek (appena comprato per intero a circa 400 milioni di dollari), nonché l'intenzione di acquistare altre due aziende italiane. Così la giapponese Nidec, quotata in Borsa a New York e a Tokyo, numero uno al mondo nei motori elettrici industriali (da quelli piccolissimi, inseriti nei telefonini, ai generatori da 60 megawatt), punta a creare un network mondiale.
A spiegare la strategia dell'azienda, ieri a Milano, il presidente di Nidec Corporation, Shigenobu Nagamori. «Siamo presenti - chiarisce - in 30 Paesi. Abbiamo un fatturato pari a circa 8 miliardi di euro, e 160mila dipendenti. Forniamo 200 milioni di motori a livello mondiale e abbiamo un miliardo di euro di cash-flow l'anno».
L'azienda è nata nel 1973 in un garage e non ha mai smesso di espandersi, anche dopo l'ultima crisi economica, su cui Nagamori non esita a scherzare: «Dopo la crisi di Lehman Brothers - afferma - tanti dei nostri avversari hanno avuto difficoltà e noi abbiamo acquisito molti di loro. Non vedo l'ora che riaccada. Scherzi a parte, le crisi sono un'occasione per chi è in grado di espandersi». Al momento Nidec è fortemente concentrata sul mercato europeo. «Mi sto impegnando a creare un network - prosegue Nagamori - tra Germania, Francia, Italia e Usa, nonché Giappone e Asia. Occorre essere in grado di fornire ai clienti i motori e i servizi di cui hanno necessità». In Europa, prosegue, «abbiamo investito per più di un miliardo di euro, di cui 500 milioni in Italia; e siamo pronti a spendere un ulteriore miliardo».
Nagamori pensa anche a entrare in nuovi settori. Per questo punta l'attenzione sull'azienda messa in vendita da Finmeccanica. «Ho grandi interessi - sottolinea - per Ansaldo Energia». E a chi gli chiede se ha già presentato un'offerta, replica: «Non posso rispondere, sono notizie da insider. Ma ribadisco che ho molto interesse per questa azienda e sono perfettamente al corrente delle mosse, in merito, di Siemens e Cdp, che non fermano le mie intenzioni. Del resto, nel mondo, di avversari ne ho quanti ne voglio. Inoltre, le possibilità che Nidec possa partecipare come parte di questo fondo (il Fondo strategico italiano di Cdp, ndr), non sono zero. Potremmo partecipare come investitori, in joint. Quello di Ansaldo Energia è un settore dove vogliamo entrare».
Per quanto riguarda, invece, Sistemi Industriali, appena ribattezzata Nidec-Asi, per questioni di diritti sul nome Ansaldo, «attualmente - dice Nagamori - il fatturato ammonta a 300 milioni. Il punto è aumentarlo a 500 entro il 2015-2016. I nostri investimenti sull'azienda devono essere pari a circa 100 milioni, per espandere gli stabilimenti e sostituire macchinari vecchi. Apriremo anche uffici di Asi a Singapore e Tokyo. Il management (a partire dal ceo, Claudio Gemme, ndr) e l'azienda, però, resteranno italiani. Non ha senso acquisire imprese se si ritiene che non abbiano manager adatti. E dei giapponesi non avrebbero la forza di gestire direttamente aziende in Ue o in Usa».
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