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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2012 alle ore 06:43.

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MILANO
Parterre de roi, ieri a Milano, per gli Stati generali della lotta alla contraffazione, occasione privilegiata per illustrare il Piano nazionale anticontraffazione, con tanto di relative macro-priorità, linee guida e buone prassi della lotta ai falsi.
Opera titanica, alla quale s'è applicata, con tenacia, il presidente del Comitato nazionale per la lotta alla contraffazione (Cnac), Mariangela Mainini, che ci ha messo un anno e mezzo per far dialogare tutti gli attori, dalle Forze dell'Ordine, ai ministeri, agli enti locali, ai rappresentanti delle categorie economiche e professionali.
Una babele di compiti e di strategie che, da ieri, ufficialmente può trovare una utile sintesi.
L'evento del Cnac ha avuto il merito di riportare l'attenzione generale su un tema, quello dei prodotti contraffatti, della tracciabilità e della tutela del made in Italy, che per molto tempo è sembrato offuscato dalle dinamiche perverse della crisi internazionale.
Ci voleva il suo tempo perchè, nel frattempo, ci si accorgesse che il fenomeno dei falsi continuava ad allignare nei campi più disparati dell'economia globalizzata. Lo spiegano bene anche i dati più aggiornati forniti al Sole 24 Ore dalla Guardia di Finanza: circa 10.960 gli interventi nei primi nove mesi del 2012, 9.068 le persone denunciate, 80 milioni le merci sequestrate, 30 milioni e 843.201 quelle relative soltanto alla sicurezza dei prodotti, 5 milioni per tutela del Made in Italy e per la contraffazione, suddivisa per categorie come i beni di consumo, la moda, i giocattoli, l'elettronica.
Data la grande vastità dei sottotemi, è più semplice ricordare chi non c'era, ieri, nella sala delle Stelline gremita di partecipanti.
È tempo, ora, di passare ai fatti e risolvere problemi che frenano la lotta ai falsi. C'è da registrare l'impegno preso dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, a chiusura degli Stati generali, il quale ha fatto una solenne promessa: «Insistere con il Made in a livello europeo, la partita non è chiusa», e, soprattutto «riesumare i desk anticontraffazione nelle piazze più importanti delle nostre aziende». Un doppio impegno che non è passato inosservato. «L'impegno del Governo, che ha già scritto al Commissario europeo De Gucht, nelle parole di ieri del ministro Corrado Passera ci auguriamo porti presto a un ripensamento della Commissione europea che ha parlato di ritiro del Dossier danneggiando i consumatori e il manifatturiero europeo», ha commentato Cristiana Muscardini, vicepresidente della Commissione commercio internazionale al Parlamento europeo.
Collaborazione promessa anche da Antonio Tajani, già impegnato a livello europeo nella lotta alla contraffazione in qualità di vicepresidente della Commissione europea, il quale ha ricordato che, intanto, «le dogane Ue hanno rilevato nel 2011 un aumento del 15% della contraffazione, un incremento dell'11% delle confische e del 14% del valore», mentre per quanto riguarda il Made in per Tajani «è importante aggredire il problema dal punto di vista del tessile, il 60% del fenomeno è ancora legato a questo tipo di prodotti di alta gamma e, in ogni caso, i diritti dell'ingegno non sono affatto negoziabili».
Tra le emergenze sottolineate, c'è senz'altro quello della contraffazione online. «Il fenomeno corre a cifra doppia», ha ricordato Carlo Guglielmi, presidente di Indicam, l'Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione. Una piaga che affligge tutti i settori di qualità del made in Italy e che trova le sue peggiori manifestazioni nell'alimentare e nei prodotti farmaceutici.
«Il 7% dei farmaci nel mondo occidentale è falsificato - ha detto Diana Bracco, intervenuta anche in veste presidente di Milano Expo 2015 spa - in certe aree del mondo, l'Asia e l'Africa per esempio, questa percentuale può arrivare anche al 50%, con migliaia di posti di lavori persi e un fatturato negativo globale di oltre 18 miliardi di euro». Per questo è importante l'informazione, e la trasparenza della comunicazione.
«L'Expo dovrà essere l'occasione per far passare questo messaggio - ha aggiunto Diana Bracco – intanto sarà dotato di un logo counterfeiting free, inoltre ci sarà un presidio permanente, tanto più che si tratterà di un tema delicato, l'alimentazione sana che nutre il pianeta».
Forte di queste suggestioni e degli obiettivi in ballo, la vera sfida del Cnac - ottimizzare e coordinare gli sforzi anticontraffazione - si può dire che cominci da oggi in poi.
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