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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2012 alle ore 15:37.

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Nella foto il porto di Rijeka (Corbis)Nella foto il porto di Rijeka (Corbis)

Negli ultimi due anni l'economia croata ha fronteggiato un declino negli investimenti. Con lo scopo di arginare questa tendenza, il Governo dal 2011 ha introdotto alcune riforme. Il processo è incoraggiato dall'atteso ingresso della Croazia nell'Unione Europea, che avverrà il 1° luglio 2013.
All'interno della riforma «Mini investimento» il Governo croato ha varato nuove leggi per promuovere gli investimenti nel Paese. Oltre ai benefici fiscali, che includono varie forme di sussidi, gli investitori possono costituire la propria azienda con un capitale minimo di 10 kune (1,327 Euro) e con il valore minimo di un'azione di una kuna. È possibile aprire una nuova attività in un solo giorno ed in via totalmente telematica. La facilità di registrazione sta consentendo agli investitori di avviare il proprio business con costi assai ridotti rispetto al passato.

La legge sulla promozione degli investimenti entrata in vigore il 10 ottobre prevede incentivi per produzione, ricerca e sviluppo, sostegno alle imprese e attività di alto valore aggiunto. La categoria delle attività ad elevato valore include servizi creativi (architettura, design, marketing e arte), turistici, di consulenza e formazione e di ingegneria industriale.
Il valore minimo degli investimenti richiesti per fruire degli incentivi è stato ridotto da 300mila a 150mila euro e la soglia di investimento per fruire del massimo incentivo è stata ridotta da 8 milioni a 3 milioni. A seconda del numero di nuovi occupati e dell'entità degli investimenti si applicano le seguenti regole:
o per investimenti compresi tra 150mila e 1 milione di euro: l'aliquota si riduce del 50%, per un periodo di 10 anni (numero minimo di 5 nuovi dipendenti);
o per investimenti da 1 a 3 milioni di euro l'aliquota si riduce del 75%, per un periodo di 10 anni (numero minimo di 10 nuovi dipendenti);
o per investimenti superiori ai 3 milioni di euro il tax rate si azzera per 10 anni (numero minimo di 15 nuovi dipendenti);
o con un investimento minimo di 50mila euro l'aliquota fiscale viene ridotta del 50% per un periodo di 5 anni (numero minimo di 3 nuovi posti di lavoro).

Agli investitori che creeranno nuovi posti sarà concesso un ulteriore contributo a fondo perduto per i costi sostenuti per la formazione e riqualificazione dei dipendenti. La quantità di finanziamenti è legata al tasso di disoccupazione della zona. Si va da 3mila euro per le aree con una disoccupazione del 10% a 9mila euro per le zone con un tasso superiore al 20%, nel caso di posti di lavoro garantiti per almeno 5 anni. Le aziende potranno anche usufruire di incentivi per la formazione dei dipendenti, legati alle dimensioni dell'impresa: per le grandi aziende, fino al 60% di incentivo a fondo perduto per i costi sostenuti in formazione generale e del 25% dei costi sostenuti per corsi di formazione specialistici; per gli imprenditori di media dimensione, rispettivamente del 70% e del 35%; per i piccoli imprenditori dell'80% e del 45%.
La legge introduce anche incentivi per investimenti ad elevato apporto di capitale e lavoro. I primi riguardano i progetti che richiedono investimenti di almeno 5 milioni di euro e la creazione di 50 nuovi posti di lavoro: il sussidio addizionale non rimborsabile è compreso tra il 10% e il 20% del costo sostenuto per i nuovi impianti, attrezzature e altri investimenti. Per progetti ad elevato apporto di lavoro si intendono quelli che richiedono la creazione di almeno 100 nuovi occupati entro 3 anni dall'inizio del progetto di investimento. Gli incentivi potranno essere aumentati del 25% per 100 nuovi posti di lavoro, e fino al 100% nel caso di assunzione di 500 dipendenti.

Le imprese possono poi beneficiare di incentivi per ricerca e sviluppo (R&S). I contribuenti possono diminuire la propria base imponibile del 150% dei costi sostenuti per la ricerca fondamentale, del 125% dei costi sostenuti per la ricerca industriale, e del 100% dei costi per la ricerca applicata e lo sviluppo. L'importo totale del contributo fiscale concesso non può superare il 100 per cento dei costi sostenuti per la ricerca fondamentale, il 50 per cento dei costi per la ricerca industriale e il 25 per cento per lo sviluppo. Nel caso di piccole imprese queste percentuali potranno aumentare di 20 punti. Previsti infine incentivi per studi di fattibilità tecnica svolti a favore di Pmi nel limite del 75% dei costi sostenuti, o del 65% nel caso di grandi imprese.

*PwC Tax & Legal Italy
**PwC Tax & Legal Croatia

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