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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2012 alle ore 06:42.

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SAN FELICE SUL PANARO (MODENA)
È stata colpita due volte, sia il 20 sia il 29 maggio, sommando danni su danni, ma ha reagito subito senza scoramenti, come ha certificato la ricerca Ispo presentata ieri. Le Fonderie Scacchetti, storica azienda modenese specializzata in leghe leggere per auto di lusso e sportive (sono suoi clienti Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati, McLaren) ha dunque trasferito immediatamente le lavorazioni dove poteva, nel raggio di una ventina di chilometri dall'headquarter di San Felice sul Panaro (epicentro del sisma) tra concorrenti, fornitori e clienti come la Ferrari stessa. Il 7 luglio ha riavviato la linea di colata, «che per complessità non poteva essere delocalizzata, ma alla quale erano appesi 13mila dipendenti di uno stabilimento General Motors; oggi siamo all'80% della capacità produttiva e contiamo di tornare al 100% entro la prossima primavera», racconta all'auditorium Giorgio Fini di Modena la sua esperienza post terremoto, Claudio Venturelli, consigliere delegato dell'azienda, che fino a pochi mesi fa dava lavoro a 260 persone fatturando 26 milioni l'anno (per oltre la metà export).
«Non avendo un nostro prodotto siamo stati costretti a reagire subito – aggiunge Venturelli – per evitare fermi di linea che avrebbero minato la nostra continuità aziendale e i clienti», una filiera in cui lavorano almeno 20mila persone. Intanto sul conto del gruppo si sono affastellati 8 milioni di danni.
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20mila Dipendenti nella filiera Ricadute enormi nell'automotive se l'azienda si fosse fermata

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