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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2012 alle ore 06:43.

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È un'appendice del distretto cartario o, più probabilmente, ne è già un pilastro portante. Ma, in fondo, nessuno a Lucca si sorprende della straordinaria crescita delle macchine per la carta tissue, perché è qui che il seme è stato piantato una quarantina di anni fa da Fabio Perini (sì, il proprietario della Perini Navi, inventore del sistema di manovra che ha rivoluzionato il mondo della vela). Perini ha ideato tecnologie in grado di risolvere problemi fondamentali per l'industria del tissue: come riuscire ad avvolgere i rotoli della carta igienica; e come rendere automatico questo processo, in modo da "chiudere" un rotolo quando finisce l'avvolgimento e ripartire con un altro utilizzando macchine che viaggiano a quasi 40 chilometri all'ora. Sono state queste invenzioni, saldate con le competenze delle aziende lucchesi (che fino a quel momento avevano prodotto perlopiù carta da imballaggio), a dare la spinta al comparto del tissue che oggi rappresenta il "cuore" del distretto.

Sull'onda di Perini – che negli anni Novanta ha venduto l'azienda omonima alla tedesca Korber, per poi ripartire con una nuova società meccanica, Futura – nell'area lucchese è nata e cresciuta una costellazione di imprese familiari specializzate nelle tecnologie per il tissue, che si porta dietro un indotto meccanico, elettrico e elettronico di alto livello. I numeri di questo polo sono in crescita: oggi si contano 20 aziende, 1.500 addetti e 500 milioni di euro di fatturato 2012, per l'80% all'export (stime Assindustria Lucca), dunque con una vocazione opposta rispetto ai produttori di bobine e carta tissue che vendono essenzialmente in Italia.
È proprio la forte propensione all'export – principali mercati di sbocco sono gli Usa (20,6%) e la Cina (11,6%) – che ha assicurato un 2011 d'oro ai produttori di macchine per il tissue: +17% le esportazioni, passate da 343 a 400 milioni di euro; nei primi sei mesi dell'anno la crescita si è ridimensionata a +1,4 percento.

L'effervescenza del comparto non ha fatto chiudere le porte alla collaborazione, anzi, è servita da linfa per stimolare il dialogo tra produttori locali-concorrenti, consapevoli dell'aggressività dei competitor internazionali e della necessità di valorizzare e comunicare innovazioni, know how e, perché no, territorio da cui queste sprigionano. A questo scopo è nata nelle settimane scorse, col sostegno di Assindustria Lucca, una rete d'imprese battezzata Tissue Italy, che raggruppa 12 aziende produttrici di macchine per la carta (di cui otto lucchesi, tre emiliane e una lombarda), tra cui Celli Paper, Toscotec, Fabio Perini, Futura, Recard, Gambini. Il primo passo della rete sarà l'organizzazione della Tissue technology week, una settimana (la prima edizione si terrà dal 22 al 30 giugno 2013) in cui le porte delle officine metalmeccaniche si apriranno per mostrare ai clienti di tutto il mondo l'eccellenza nelle tecnologie per la carta tissue. «Vogliamo far vedere che il made in Italy è un valore aggiunto», spiega Mauro Celli, terza generazione alla guida della A.Celli Paper, 110 milioni di fatturato 2012 (+10%), per il 95% all'export, e 200 dipendenti. «Nel tissue ci siamo specializzati – aggiunge Celli – abbiamo conquistato il nostro posto al sole e ora possiamo competere a testa alta con i produttori svedesi, austriaci e tedeschi». «Assemblare le parti di una macchina a Lucca è facile, perché qui le officine sanno fare tutto, a differenza di quel che avviene in Cina e Brasile», aggiunge Lorna Vatta, chief strategy officer della Fabio Perini, che in Italia conta 700 dipendenti (di cui 540 a Lucca) con un fatturato 2012 di 160 milioni, in linea con l'anno precedente. «Il cervello che c'è in questo distretto non esiste neppure in America – aggiunge Vatta – e infatti Paper Converting Machine, che è la prima azienda americana del settore, fa realizzare le sue macchine dalle officine lucchesi». Il futuro non fa paura: «Anche se i concorrenti stranieri corrono, credo che questo settore abbia prospettive di sviluppo in virtù del vantaggio competitivo che ha accumulato e dell'apprezzamento di cui gode a livello internazionale», aggiungono Fabio Boschi e Marco Dell'Osso, ad e responsabile marketing di Futura spa, 45 milioni di ricavi 2012 in crescita del 10 per cento.
Si. Pi.

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