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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2012 alle ore 08:13.

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TARANTO.
L'altoforno 1 fermo per 19 mesi da dicembre 2012, l'altoforno 5 per 6 mesi da luglio 2014, lavori alle batterie delle cokerie che partono già dal mese prossimo, tre possibili soluzioni progettuali per coprire i parchi minerali. E ancora: già coinvolte una serie di aziende attive nell'ingegneria, progettazione, siderurgia, ricerca e sviluppo di nuove tecnologie quali Paul Wurth, Danieli, Sms, Siemens Vai, Abb, Altstom Power, Anmar. Aziende che poi si avvarranno di altre imprese specializzate «attingendo soprattutto al bacino dello stabilimento». Nei lavori di rifacimento saranno coinvolti sino a 2mila addetti al giorno per un periodo da 12 a 14 mesi; «le fermate da sottoporre ad adeguamento determineranno una contrazione di addetti pari al 15%: 400 al giorno», numero riferito al personale dell'appalto.
Nel piano operativo messo a punto dopo l'ok del ministero dell'Ambiente avuto la scorsa settimana – e che Il Sole 24Ore è in grado di presentare – l'Ilva spiega come attuerà le prescrizioni ambientali e impiantistiche fissate dall'Aia. Oltrechè ai sindacati, il piano è stato consegnato dall'Ilva martedì scorso anche alla Procura di Taranto con l'istanza di dissequestro degli impianti e ad una controperizia che ribalta e smentisce il quadro tracciato dai periti del gip Patrizia Todisco a proposito dell'impatto dell'inquinamento sulla salute. Al dissequestro, però, i pm hanno già detto no e inviato il loro parere al gip, cui spetta l'ultima parola.
Nel piano dell'Aia, l'Ilva conferma l'avvio dei lavori dall'altoforno 1. «Le attività di adeguamento di questo altoforno – si legge nel piano – prevedono il rifacimento completo (sostituzione crogiolo, refrattari interni ed elementi di raffreddamento) e la depolverazione del campo di colata». Saranno anche effettuate «tutte le altre attività previste e prescritte» come l'installazione dell'impianto di depolverazione a tessuto della stock house (una specie di deposito dei materiali di carica dell'altoforno), il nuovo impianto di condensazione dei vapori della loppa e i sistemi di monitoraggio continuo sui camini. «Le attività di rifacimento dell'altoforno 1 – spiega l'Ilva – avranno una durata di 12 mesi ma per problemi di bilanciamento tra produzione coke e produzione ghisa, anche in relazione alle attività da realizzare sulle batterie 10 e 11, l'altoforno 1 sarà rimesso in esercizio a giugno 2014 in occasione della fermata dell'altoforno 5». Per quest'ultimo gli interventi sono stimati in 6 mesi e sono analoghi a quelli dell'1.
Per le batterie delle cokerie, il piano prevede a dicembre prossimo lo stop per 12 mesi delle batterie 5 e 6, che alimentano l'altoforno 1, e a gennaio quella delle batterie 3 e 4 (sempre per 12 mesi) che approvvigionano l'altoforno 2. Per la correlazione esistente con le batterie 3 e 4, l'Ilva ha chiesto di fermare Afo 2 da gennaio 2013 a febbraio 2014 mentre inizialmente l'adeguamento doveva essere fatto con l'impianto in marcia essendoci già stato un rifacimento nel 2007. Il ministero dell'Ambiente ha però respinto la richiesta.
Per le batterie 9 e 10 le azioni di adeguamento sono in corso a lotti e finiranno ad agosto prossimo per la prima e a dicembre 2014 per la seconda (due mesi di lavori). Sulle batterie 7, 8 e 12, gli interventi si faranno nel secondo semestre 2014 e non richiedono fermata mentre a gennaio 2014 sarà fermata la batteria 11 per 12 mesi. Analoghi gli interventi per tutte le batterie: installazione del sistema di regolazione della pressione per ciascun forno, monitoraggio di inquinanti e polveri, torri di spegnimento da rifare.
Sulla copertura dei parchi minerali, sono tre le possibili soluzioni indicate dalla società di ingegneria Paul Wurth cui l'Ilva si è affidata. Per i parchi primari (progetto esecutivo in 6 mesi e lavori in 36) s'ipotizzano strutture di copertura semicircolari parallele per ciascuna coppia degli otto parchi materie prime con altezze che raggiungono circa i 50 metri in modo «da permettere la traslazione e l'operatività sulla sommità dei cumuli». Per i parchi Nord coke e Omo (lavori in 12 mesi) strutture di copertura semicircolari parallele (una per i due cumuli paralleli di omogeneizzato e un'altra per i due del coke) e calotte coniche per racchiudere i cumuli di agglomerato lato sud e nord altre circa 40 metri. Nel piano, infine, l'Ilva segnala problemi per avere dai custodi giudiziari le autorizzazioni all'accesso delle imprese nelle aree sequestrate. Ne risentono i interventi come la riduzione delle emissioni nei parchi primari e l'installazione del sistema di monitoraggio dell'aria nel perimetro del siderurgico.
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Il testo del Piano operativo dell'Ilva

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