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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2012 alle ore 06:44.
CASALNUOVO. Dal nostro inviato
È un momento storico molto complesso per il mercato della moda e del luxury wear italiano. Aumenta il numero delle aziende che stanno cedendo, anno dopo anno, alle avances dei grandi gruppi stranieri, non solo più francesi ma anche cinesi, coreani, qatarioti, dubaiti. Sui maturi mercati occidentali i consumi diminuiscono mentre gli acquisti di prodotti dell'autentico lusso made in Italy crescono significativamente sui nuovi. È in questo contesto che le inimitabili eccellenze italiane stanno migliorando le proprie performance vedendo crescere oltre frontiera non solo la propria brand relevance ma anche la desiderabilità dei propri prodotti e di conseguenza risultati in fatto di sell out.
È questo il caso della napoletana Sartoria Cesare Attolini. Per coloro che in giro per il mondo se ne intendono e amano render unica la propria idea d'eleganza, "la" sartoria per eccellenza. Semplicemente perché è in questa famiglia di straordinari artigiani che è nata nel 1930, a opera di Vincenzo Attolini, "la" giacca napoletana. Oggi paradigma indiscusso di eleganza maschile, amata per la sua morbidezza e vestibilità. Per la capacità di saper donare al corpo maschile un'imago fluens lontana anni luce dall'impettito e ingessato stile britannico che fino agli anni Cinquanta imperava indiscusso. Un'eccellenza tutta italiana, un vero patrimonio di cultura del saper fare, apprezzato e invidiatoci in tutto il mondo, e i cui capospalla sono ambiti dagli uomini più influenti sullo scenario internazionale. Patrimonio che, dalla lontana intuizione di Vincenzo, ha potuto consolidarsi grazie al talento e all'infaticabilità di Cesare Attolini, il quale ha dato vita a un capitale fatto di tanti piccoli e preziosi segreti sartoriali e un processo di lavorazione manuale unico, sviluppando nei decenni un archivio di modelli inarrivabile.
Un'azienda sana, che ha saputo creare valore per sé e per il territorio: quel comune di Casalnuovo, alle porte di Napoli, celebre per essere proprio il paese dei sarti. Come? Grazie alle capacità manageriali di Massimiliano e Giuseppe Attolini, figli di Cesare, che in poco più di dieci anni sono stati in grado di creare attorno al vantaggio competitivo rappresentato dal prodotto una vera e propria impresa che oggi esporta più del 90% dei propri manufatti nei mercati stranieri e, nonostante la crisi, chiuderà l'anno con un più 18% dei ricavi rispetto a quello precedente. «La nostra volontà – racconta Massimiliano Attolini – è sempre stata sin dal primo giorno quella di non imboccare facili scorciatoie. Abbiamo sempre puntato sul prodotto, quella giacca e quei capospalla unici che hanno vestito le personalità più in vista degli ultimi decenni. Sulla qualità autentica, senza mezzi termini, in fatto di eccellenza delle materie prime e di rigore assoluto nell'esecuzione della lavorazione esclusivamente manuale. Qualità accompagnata da uno stile tutto nostro, raffinato e senza tempo, che rifiuta gli affanni del fashion system pur non rinunciando a un sapore pienamente contemporaneo».
Una visione strategica lungimirante che ha fatto la fortuna della Sartoria Cesare Attolini e di cui può esser prova la prima voce di costo aziendale: il personale, quei 150 sarti che con il solo ausilio di forbici, ago e ditale creano non più di 50 capi al giorno. «È stato proprio intorno a questo asset centrico – prosegue Giuseppe Attolini – che abbiamo studiato e implementato i nostri piani di marketing strategico, puntando anzitutto sulla leva della distribuzione che prima ci ha condotto ad avere sempre più spazio presso i più prestigiosi luxury store multimarca del mondo per poi, quattro anni fa, vederci impegnati nell'iniziare un percorso di verticalizzazione con l'apertura del nostro primo flagship store a Napoli, seguito nel 2012 da quello di Madison Avenue a New York, che a sua volta sarà seguito da quelli di Londra nel 2014 e Tokyo nel 2016. Un percorso che ci ha coinvolti in un'attenta strategia di comunicazione tesa a sedimentare il nostro positioning e a irrobustire l'identity e l'awareness del brand». Con l'evidente risultato di fare lustro alla propria Sartoria ma anche, contemporaneamente, alla città di Napoli e all'Italia stessa.
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L'IDENTIKIT
1930
La nascita della giacca napoletana
Secondo la tradizione, è stato Vincenzo Attolini, autorevole esponente della famiglia che ancora guida l'omonima azienda di abbigliamento di lusso, a "inventare" la giacca napoletana, diventata negli anni indiscusso paradigma di eleganza maschile
90%
La quota di export dell'azienda
L'azienda di Casalnuovo, alle porte di Napoli ha una fortissima proiezione sui mercati esteri, tanto da esportare la quasi totalità della produzione. Dopo aver aperto un flagship store a Napoli, uno show room a New York nel 2012, nel 2014 sarà la volta di Londra e nel 2016 di Tokio. Il 2012 si dovrebbe chiudere con un incremento del 18% dei ricavi