Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2012 alle ore 10:54.

My24

Da metà degli anni 80 i Paesi maggiormente industrializzati (Stati Uniti, Canada e Francia per primi) hanno iniziato a mettere in campo politiche finalizzate a sostenere l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo tecnologico delle proprie imprese. Oggi, anche i Paesi emergenti hanno deciso di accettare la sfida e offrono cospicue opportunità per le imprese che vogliono investire in ricerca e sviluppo (R&S) nei propri territori. Tra le nazioni emergenti non poteva mancare la Cina, che ha scelto di puntare sugli incentivi alla R&S per accrescere la propria competitività internazionale e attrarre gli investimenti esteri.

Le imprese che decideranno di investire nella nuova potenza economica, oltre a un'imposta sul reddito delle società piuttosto favorevole (l'aliquota cinese è pari al 25%), potranno godere di numerose forme di agevolazione, sia attraverso le extra-deduzioni fiscali (ossia una percentuale di deducibilità delle spese in R&S superiore al costo sostenuto dall'impresa e imputato a conto economico), sia attraverso riduzioni delle aliquote delle imposte sui redditi.

Lo Stato cinese consente, infatti, una percentuale di deducibilità delle spese in R&S pari al 150% del costo sostenuto dall'impresa (con la possibilità di riporto in avanti fino a 5 anni delle perdite fiscali generate da tali extra-deduzioni). Inoltre, per particolari categorie di soggetti che godono della qualifica di HNTE (High New Technology Enterprise), ovvero, imprese a elevato tasso di innovazione, l'imposta sul reddito cinese scende al 15%. Per qualificarsi come HNTE l'impresa deve operare in uno degli otto settori considerati strategici da parte del governo Cinese (elettronica e information technology, nuove tecnologie mediche e biomedicali, aviazione e ricerca aerospaziale, nuovi materiali, nuove fonti energetiche e risparmio energetico, servizi hi-tech, ambiente ed innovazione dell'industria tradizionale cinese). L'aliquota agevolata del 15% si applica, inoltre, anche alle imprese che forniscono in alcune città della Cina servizi a elevato contenuto tecnologico (Technology Advanced Service Enterprises).

Un'interessante opportunità per i gruppi che svolgono ricerca fuori dalla Cina è offerta dalle imprese qualificate come HNTE che possono includere nei propri costi di ricerca agevolabili fino al 40% delle spese in ricerca sostenute al di fuori del territorio cinese. In Cina sono, inoltre, fiscalmente esenti le plusvalenze da trasferimento tecnologico, mentre le società che producono software o che realizzano prodotti tecnologicamente avanzati possono godere di un'esenzione dalle imposte sui redditi sui primi 5 milioni di yuan di reddito prodotto (pari ad oltre 600mila euro), e di un'aliquota ridotta del 50% rispetto a quella ordinaria per i redditi eccedenti. Inoltre, le imprese produttrici di software che si stabiliscono sul territorio cinese possono fruire di alcuni periodi di totale esenzione fiscale nonché di un'esenzione dai dazi all'importazione di beni e apparecchiature destinate alla produzione.

Ulteriori opportunità riguardano poi i centri di ricerca, che scelgono di localizzarsi in Cina. Questi possono beneficiare di particolari esenzioni dai dazi doganali e dall'Iva sull'importazione di macchinari e apparecchiature strumentali alle attività di R&S, nonché, del rimborso dell'Iva sulle apparecchiature e sui macchinari acquistati direttamente in Cina. Sempre in materia di Iva locale, è attesa una riforma che dovrebbe estendere l'esenzione attualmente in vigore a Shanghai, su alcune categorie di beni e di servizi a elevato contenuto tecnologico, anche ad altre città e provincie tra cui Pechino, TianJin, Jiangsu, Zhejiang, Anhui, Fujian, Hubei, Guangdong, Xiamen e Shenzhen per poi essere estesa a tutta la Cina. Come spesso accade nei paesi in via di sviluppo, per poter usufruire delle agevolazioni è necessario ottenere la pre-approvazione delle competenti autorità cinesi, in particolare dello Science & Technology Bureau e delle autorità fiscali, e rispettare alcune limitazioni all'esportazione della proprietà intellettuale derivante dalla ricerca svolta in Cina.

Studio Tributario e Societario - Deloitte

Commenta la notizia

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi