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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2012 alle ore 08:17.

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ROMA
Entra nel vivo la prima fase della riforma del Fondo centrale di garanzia per le Pmi, – isitutito dalla Finanziaria '97 – voluta dal decreto legge salva-Italia per estendere e rendere più efficaci gli interventi a favore delle piccole e medie imprese aumentandone la capacità competitiva. Da ieri sono infatti entrate in vigore le nuove disposizioni operative che definiscono le condizioni di ammissibilità, le regole generali di amministrazione e i criteri di valutazione economico–finanziaria per accedere alle garanzie su alcune tipologie di operazioni finanziarie.
A fissarle un decreto del ministero dello Sviluppo economico del 23 novembre che si aggiunge al primo Dm emanato dal Mise a giugno che ha modificato i criteri per la concessione. Definiti non più in funzione solo delle caratteristiche dell'impresa e della sua collocazione territoriale, ma soprattutto in base alla rischiosità che caratterizza l'operazione finanziaria per cui si richiede l'intervento del Fondo, la cui continutà operativa è stata assicurata dal rifinanzimento di 1,2 miliardi per il triennio 2012-2014 portando l'attuale dotazione a 3,1 miliardi. «Con la pubblicazione del decreto – spiega Claudia Bugno, presidente del Comitato di Gestione del Fondo – l'iter può considerarsi concluso, visto che sono stati predisposti tutti gli interventi amministrativi che consentiranno di utilizzare da subito le nuove regole per l'istruttoria delle domande. E la cosa più importante è che in questo modo viene assicurata tutta la fondamentale partita della copertura dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Ora, monitoreremo l'operatività dello strumento nella sua “nuova veste” in moda da assicurarne la massima efficacia».
Il nuovo impianto, che rafforza lo strumento aumentando in media le quote di copertura del 10%, individua sei tipologie di operazioni «finalizzate all'attività d'impresa», in base a cui viene modulato il "peso" della garanzia, che va dall'80% per le Pmi nel Sud, quelle femminili e quelle dell'indotto di aziende in amministrazione straordinaria, al 70% sulle anticipazioni dei debiti della Pa, al 50% per le operazioni sul capitale di rischio. Il Dm o appena entrato in vigore mette nero su bianco regole precise e dettagliate per definire i beneficiari delle garanzie dirette, i destinatari finali, meccanismi di attivazione e termini dell'istruttoria, funzionamento del controgaranzie, ossia quelle pretate a favore dei confidi o di altri fondi di garanzia. Parte dunque la nuova fase di operatività del Fondo in un anno che ha visto crescere il numero delle imprese che ne hanno beneficiato: oltre 50mila nei primi dieci mesi, con un incremento dell'8,3% sullo stesso periodo del 2011. Complessivamente a fronte di garanzie per un valore di circa 3,4 miliardi, i finanziamenti attivati ammontano, sempre nel periodo gennaio-ottobre 2012, a quasi 6,9 miliardi.
Intanto al Mise si sta lavorando, insieme al ministero dell'Economia, per estendere l'operatività del Fondo anche ai portafogli di finanziamenti e alle start up.
Ma. Par.
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