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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 07:37.

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TORINO - Tredici sigle datoriali (da Confindustria a Confapi, tutto il mondo artigiano, del commercio e dell'agricoltura), tre rappresentanze sindacali (Cisl, Uil e persino la Cgil), il Politecnico di Torino e il SiTi, l'Istituto superiore dei sistemi territoriali per l'innovazione. Hanno lavorato dodici mesi per elaborare uno studio concreto dedicato allo sviluppo economico della Valle di Susa: 6 assi di intervento, 23 linee d'azione, 9 progetti pilota. Circa 10 milioni di investimenti e ulteriori fondi da intercettare attraverso quote per bandi e almeno il 3% delle compensazioni per la nuova linea ferroviaria Torino-Lione.

Non si è parlato espressamente di Tav, ieri al Castello del Valentino, nel capoluogo piemontese , anche se la realizzazione dell'opera (a una settimana esatta dal summit Monti-Hollande di Lione) è il presupposto. «Direi di più – esorta Gianfranco Carbonato, presidente di Confindustria Piemonte, a nome del pool delle parti sociali –. Per noi l'alta velocità è ormai un punto fermo. E abbiamo voluto indicare alle istituzioni e ai decisori pubblici ciò che emerge dal territorio. Siamo un sistema proattivo che vuole fare rete con senso di responsabilità. E che non può essere ignorato o abbandonato».

I progetti, illustrati dai docenti del Politecnico Attilia Peano e Riccardo Roscelli (che è anche presidente del SiTi), sono i più diversi. Figurano, per esempio, tre bandi dettagliati: per incentivi alla riqualificazione edilizia; per favorire la riconversione delle aree deindustrializzate e attrarre nuovi investimenti; per sostenere lo sviluppo della filiera del legno. In bassa Valle si contano circa 130 Pmi e 8mila microimprese; nell'alta Valle, con le stazioni delle Olimpiadi 2006, c'è un'industria turistica più sviluppata. Per questo vi sono anche spunti dettagliati per creare percorsi verdi e aree rurali in un Parco Ripario lungo il fiume Dora, per costruire un camping internazionale a Susa o per ridisegnare come "vetrina della Valle" le piccole stazioni della vecchia linea ferroviaria. Commenta significativamente Graziella Rogolino della Cgil: «Insieme siamo riusciti a superare la logica dell'accaparramento campanilistico delle compensazioni che verranno date».

La giunta Cota, tramite l'assessore ai Trasporti Barbara Bonino, ha fatto sapere di voler avviare da gennaio un tavolo permanente: l'obiettivo è redigere un quadro dei migliori progetti in campo entro marzo. Resta aperto il problema della cabina di regia che dovrà gestire tutto questo. Il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, si è detto disponibile ad aggiornare il Piano strategico del 2009, chiedendo però che sia il Governo a indicare «il soggetto che dovrà progettare, appaltare e ricevere i finanziamenti». Ieri, però, il sottosegretario alle Infrastrutture Guido Improta – considerati gli ultimi sviluppi nei Palazzi romani – a Torino non si è presentato.

«Il punto – conclude il sindaco di Susa Gemma Amprino – è che non si deve localizzare nella nostra valle un problema che è tutto italiano. Se così fosse, non avrebbe senso il percorso doloroso di questi anni per la Tav. Servono governi e politici responsabili, che sappiano mettere la faccia su un progetto, garantire la sicurezza e dare risposte rapide alle paure di chi domanda. Lentezze, burocrazia e ambiguità sono mali da cui liberarci presto se vogliamo creare autentico sviluppo sul territorio».

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