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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 06:42.

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MODENA
Cinquanta dipendenti tra diretti e indiretti che rischiano il posto di lavoro. Tutto per un provvedimento cautelare del Tribunale di Milano che ha inibito la produzione a Vela, azienda di prodotti di arredamento per i pubblici esercizi, di Castelfranco Emilia, nel Modenese. L'8 dicembre ha, di fatto, chiuso i battenti, e per i lavoratori scatterà il ricorso alla cassa integrazione. L'ordinanza della magistratura, in attesa del giudizio di merito, riguarda una controversia per concorrenza parassitaria partita da un reclamo di Pedrali spa, colosso del settore contracts della provincia di Bergamo. Una vicenda che rischia di mettere in ginocchio Vela, piccola impresa da 2 milioni di euro di fatturato con dieci dipendenti, ma anche la controllante, e principale fornitrice, Iumex, fonderia di Modena con un volume d'affari di 7 milioni e 22 dipendenti. «Senza entrare nel merito – spiega il direttore dell'associazione degli industriali di Modena, Giovanni Messori – ci preoccupa che prima ancora della sentenza sia stato emesso un provvedimento cautelare che rischia di avere effetti pesanti sull'azienda e sull'occupazione». Posizione che ricalca quella della proprietà di Iumex, impresa che pure è riuscita, in questi anni di forte crisi, a salvaguardare fatturati e livelli occupazionali. Tanto da aver trovato subito una sponda istituzionale nel Comune di Castelfranco Emilia. «Siamo fortemente preoccupati per la vicenda della Vela e delle aziende dell'indotto – dice il sindaco Stefano Reggianini – e per la sorte dei cinquanta lavoratori coinvolti ai quali esprimiamo la nostra solidarietà». «Siamo sconcertati – fa eco l'assessore al Lavoro Francesco Ori – di fronte a un provvedimento che, benché provvisorio, rischia di pregiudicare irrimediabilmente molti posti di lavoro in attesa di una sentenza che potrebbe arrivare tra anni magari dando ragione all'impresa di Castelfranco». L'80% della produzione della piccola impresa è infatti assorbita proprio dai prodotti inibiti, che vengono prevalentemente esportati in Europa Occidentale e nei Paesi Arabi. «Abbiamo una gamma di prodotti che la concorrenza non ha in catalogo – dice il direttore commerciale di Vela Luca Guastalla – e comunque parliamo di prodotti che non sono tutelati da brevetto».
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