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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2012 alle ore 06:43.


MILANO
Sono oltre la metà le famiglie che, negli ultimi 12 mesi, hanno percepito un peggioramento delle condizioni economiche, specie quelle collocabili nel ceto medio e residenti nel Centro-Sud: il perdurare della crisi viene affrontato dai consumatori con maggiori tagli e una propensione all'acquisto negativa in tutte le categorie di prodotti, con una punta del -13% per la carne e il -8% per salumi e latticini. È questo l'identikit della crisi tracciato dal Barometro Coop 2012, un faro sui consumi e la congiuntura e con un focus sul Natale.
«Questo autunno – conferma Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia – è stato il peggiore dal dopoguerra, con crolli generalizzati delle vendite in tutte le categorie. A rete costante la contrazione è del -3/-4%. E se qualcuno si aspettava che Natale mettesse tutto a posto si deve ricredere: nelle prime due settimane di dicembre, in contemporanea con il pagamento dell'Imu, si viaggia con vendite nell'ordine del -10/-12%». E spacchettando i dati, il food arretra del 7% e il non food scivola dal -50% delle Tv al -20% dei giocattoli fino al -15/-10% del regalo di Natale e del prodotto da ricorrenza.
Sulla stessa lunghezza d'onda Francesco Pugliese, dg di Conad, che ieri ha presentato i programmi di sviluppo: «La domanda è in forte contrazione e questo forse sarà il peggior Natale di sempre. Del resto il -20% delle vendite di giocattoli va a rompere una tradizione di attenzione ai bambini che la dice lunga sulle difficoltà delle famiglie».
Tornando al barometro Coop, la propensione all'acquisto è negativa in tutte le categorie, a eccezione dell'ortofrutta. Particolarmente penalizzati i consumi dei prodotti di maggior costo: carne (il 13% delle famiglie taglierà gli acquisti nei prossimi 3-4 mesi), surgelati (-10%), salumi e latticini (-8%), prodotti per l'igiene della casa e della persona (da -1 a -5%), alimentari confezionati (-1%). «In questo contesto – aggiunge Tassinari – occorre un cambiamento strutturale nelle relazioni con l'industria di marca: il riequilibrio della redditività fra industria (4%) e distribuzione (0,7%) e puntare decisamente sull'innovazione quale arma fondamentale per fronteggiare la crescita dei discount che cresce del 5%». Tassinari annuncia anche un'istruttoria in corso in sede Indicod che prelude a un'intesa industria-distribuzione a favore dei consumatori. E la luce in fondo al tunnel? «Macché ripresa – replica Pugliese – il 2013 non sarà migliore di quest'anno. Se non riprende fiato l'occupazione i consumi non possono crescere». Poi però il top manager sottolinea la virtù di Conad che nel 2013 investirà 230 milioni per una novantina di nuovi punti vendita e 2.200 nuovi posti di lavoro. Quest'anno Conad realizzerà ricavi per 10,97 miliardi, circa l'8% in più. A rete costante la crescita rimane positiva: +1%. Pugliese non nasconde un interesse per gli ipermercati della catena Lombardini (4 sul mercato), ma sottolinea che «oggi non si può pensare di venderli al prezzo di tre anni fa».
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