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Questo articolo è stato pubblicato il 30 dicembre 2012 alle ore 08:14.

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ROMA
Multe per 440mila euro, un sito internet chiuso definitivamente e un altro oscurato e poi riattivato.
Sono gli effetti dell'azione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato contro pratiche commerciali scorrette e che, per la prima volta, ha applicato la normativa che prevede la possibilità di richiedere agli Internet service provider di impedire l'accesso a siti web che ledono i diritti dei consumatori.
Il primo caso riguarda la tutela della salute dei cittadini e ha come protagonista il titolare di un sito, chiuso definitivamente, che vendeva farmaci online. Il sito era già stato oscurato, con provvedimento cautelare nel giugno scorso, perché vendeva, illegalmente, farmaci, in particolare quelli soggetti all'obbligo di prescrizione, e la cui assunzione al di fuori del controllo medico può esporre anche a gravi rischi per la salute. L'Antitrust, al termine dell'istruttoria, ha sanzionato con una multa di 200mila euro il titolare Alex Broek. L'istruttoria è stata avviata a seguito di una segnalazione congiunta pervenuta da parte dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e dei Nas (Nuclei antisofisticazioni e sanità dei carabinieri), nel quadro della collaborazione con i ministeri della Salute e dello Sviluppo economico, e degli ulteriori elementi acquisiti d'ufficio dall'Antitrust con la collaborazione investigativa del nucleo speciale della Guardia di Finanza che, in seguito del provvedimento cautelare del giugno scorso, ha svolto gli adempimenti per procedere al l'oscuramento del sito. Broek faceva, in particolare, leva sul disagio psicologico, sociale e relazionale in cui versano i soggetti afflitti da alcune specifiche patologie, convincendoli della non necessità di un appropriato controllo medico: persone affette da disturbi psicologi, obesità o impotenza preferivano così acquistare online, ritenendo meglio garantita la loro privacy ma mettendo a serio rischio la salute.
La seconda istruttoria ha visto sanzioni per 240mila euro alle società che gestiscono Private outlet. Si tratta di un sito francese dedicato alla vendita all'ingrosso e al dettaglio di articoli da confezione per uomini, donne e bambini di marchi rinomati, con prezzi ridotti e sconti fino al 70% rispetto a quelli praticati nella normale distribuzione. Secondo l'Antitrust, che ha oscurato in via cautelare il sito, e lo ha poi riattivato per consentire la gestione dei reclami da parte dei consumatori, le società che gestiscono Private outlet Srl e Private outlet Sas, hanno fornito ai consumatori informazioni non veritiere sui tempi di consegna dei prodotti e consegnato merce diversa da quella ordinata; inoltre hanno opposto ostacoli all'esercizio di diritti contrattuali da parte dei consumatori. Infine, hanno invitato all'acquisto di prodotti ad un determinato costo, senza rivelare l'esistenza di prevedibili ragioni che avrebbero impedito la consegna degli stessi a quel prezzo. Le società infatti si riforniscono direttamente presso i produttori acquistando un numero limitato di capi: sin dall'inizio dunque sanno che potrebbero non essere in grado di fare fronte a tutte le richieste di acquisto che peraltro vengono pagate contestualmente all'invio dell'ordine.
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