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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2013 alle ore 06:44.

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NAPOLI
Terzo polo produttivo del comparto alimentare in Italia, dopo Emilia Romagna e Lombardia con una quota del 5,1% sul fatturato nazionale del settore e primo esportatore nel mondo di pomodoro: il polo dell'agro nocerino sarnese, anche nel 2012 affronta bene la crisi internazionale. Le esportazioni di frutta e ortaggi lavorati e conservati in Campania nei primi nove mesi dell'anno hanno raggiunto quota 617,5 milioni (secondo rilevazioni di Banca d'Italia) in netta crescita rispetto ai 563,7 milioni del 2011 e salgono dal 27,5% al 28% del totale nazionale.
Al centro il distretto del pomodoro e delle conserve vegetali localizzato nell'Agro-Nocerino-Sarnese, territorio a cavallo tra Napoli e Salerno, che regge la sua economia proprio sulla lavorazione dell'oro rosso. «Numeri positivi – commenta Annibale Pancrazio, presidente di Anicav in Campania – Quest'anno si sono ridotte le produzioni di materia prima e di lavorato, ciò ha consentito di ridurre le scorte». Ora si punta alla creazione di un marchio unico di qualità: le imprese sono pronte a far partire un investimento che è considerato anche come unica soluzione al problema della eccessiva polverizzazione delle realtà produttive.
Ma è ormai in cantiere anche un'altra importante iniziativa che sta muovendo i primi passi. La costituzione di un mega distretto a cui aderiranno, a quanto pare, cinque regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Molise.
Nella direzione dell'aggregazione e della tutela della qualità va anche il "Tavolo di coordinamento permanente delle Filiere Agroalimentari", costituito recentemente presso l'Unione industriali di Salerno e a cui parteciperanno rappresentanti di Confindustria Salerno, Confagricoltura, Anicav, Coldiretti, Cia, esponenti della grande distribuzione e del commercio al dettaglio. Obiettivo del tavolo è garantire sulla sicurezza del prodotto e monitorarne coltivazione e trasformazione. «Fare rete – dice il presidente degli industriali di Salerno. Mauro Maccauro – può rafforzare la capacità competitiva dei sistemi produttivi locali ed ampliare i mercati di riferimento».
Iniziativa che vede in prima linea l'azienda leader del distretto, La Doria. Impegnata peraltro anche in significativi investimenti. Per potenziare le linee produttive degli impianti di Angri e di Fisciano, entrambi in provincia di Salerno, la società di Antonio Ferrajoli ha speso nel corso di quest'anno 13 milioni. Intanto mette a segno un fatturato di gruppo di 149,7 milioni pari a +20%; con ricavi progressivi cresciuti del 22,2% nei primi nove mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 2011.
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