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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2013 alle ore 12:37.
Due milioni di disoccupati in più in un solo anno: l'area euro, in crisi profonda, ha visto il plotone dei senza lavoro a novembre toccare quota 18 milioni con un tasso dell'11,8%, in lieve aumento rispetto all'11,7 di ottobre ma con un netto balzo da un anno prima quando, a novembre 2011, si attestava al 10 per cento. Nella Ue a 27 i disoccupati sono 26 milioni ma il tasso di crescita è stato minore rispetto ai Paesi dell'Eurozona: dal 10,6 al 10,7 di novembre 2012.
I Paesi virtuosi
Tra gli Stati che hanno meno sofferto la crisi si ritrovano, come al solito, i centro-nordici: la disoccupazione più bassa è stata registrata in Austria (4,5%), Lussemburgo (5,1); Germania (5,4) e in Olanda (5,6), nonostante la crisi del debito e le tendenze recessive comincino a intaccare la crescita anche in questi Paesi, Germania in primo luogo.
E quelli messi male
Di nuovo, è nell'Europa meridionale più colpita dalle politihe di austerità e di rientro dal deficit che i senza lavoro aumentano senza sosta, rilevazione dopo rivelazione. In Spagna il tasso più alto: 26,6% con un aumento di oltre 3 punti percentuali e mezzo (dal 23%) rispetto al novembre 2011; Grecia, dove il 26% di settembre 2012 rappresenta un salto di sette punti dallo stesso mese di un anno prima.
Dove cresce e dove cala
In 18 Stati su 27 la disoccupazione è aumentata, è diminuita in sette e rimasta stabile in Damimarca e Ungheria. Molto bene è andata a tutti i Paesi baltici: Lituania, Lettonia ed Estonia.
Giovani senza speranza
Il tasso degli under 25 senza lavoro è passato in un anno dal 22,2% al 23,7% nella Unione a 27 e dal 21,6% al 24,4 nell'Eurozona dove ormai 3,7 milioni di giovani non hanno un lavoro. La Germania mantiene il primato di isola felice per il lavoro giovanile con un tasso dell'8,1% che è il più basso d'Europa nonostante anche la locomotiva stia nettamente rallentando il passo.
L'export tedesco e francese
La frenta dell'export e dell'import, a novembre, è stata più marcata delle attese pur negative, e mostra che il motore dell'Europa si è quasi fermato alla fine dell'anno, portando probabilmente l'economia tedesca in recessione nel quarto trimestre come già previsto dalla Bundesbank, la banca centrale tedesca. Resta positivo il saldo commerciale con l'estero, a 17 miliardi di euro, uno in più del novembre 2011. Anche in Francia la bilancia commerciale è arretrata, mettendo a segno una contrazione del deficit ma solo grazie alle difficoltà economiche che hanno ridotto le importazioni. Il gap tra export ed import è così sceso a 4,33 miliardi dai 4,71 di ottobre. A novembre le esportazioni della Germania sono calate del 3,4% rispetto a ottobre (gli analisti si attendevano un -0,5 per cento) a causa, soprattutto, della crisi della zona euro. Rilevante anche la contrazione delle importazioni (3,7 per cento). Rispetto a un anno prima, invece, l'export è rimasto invariato mentre è diminuito l'import dell'1,2 per cento. A pesare sulla bilancia tedesca è stata la mancanza di ordinativi dall'Eurozona, suo principale partner commerciale. Basti pensare che i dati diffusi da Parigi vedono il calo più vistoso proprio nell'import di aeronautica dalla Germania, oltre che nei settori delle macchine industriali e delle apparecchiature elettroniche tutti prodotti in cui Berlino è molto forte.
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