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TREVISO
Le multinazionali europee radicate nel Nordest hanno favorito l'accesso dei fornitori più agguerriti, per tecnologia e innovazione, sui mercati esteri.
Per esempio la svedese Electrolux, big globale negli elettrodomestici (58mila dipendenti di cui 6mila in Italia), nel 1984 acquista il controllo della Zanussi, con le fabbriche di Porcia (Pordenone) e di Susegana (Treviso). «Ancora nei primi anni '90 – afferma Giorgio Zanchetta, vicepresidente di Unindustria Treviso, e presidente di Anodica Trevigiana di Codognè (Treviso, 10 milioni di fatturato, 70% di quota estera e 60 dipendenti) – la sinergia tra multinazionale e decine di fornitori locali era importante; il rapporto si è indebolito con la globalizzazione. Per noi, però, specializzati nella realizzazione di componenti estetici in alluminio, è stata un'opportunità: "utilizzare" Electrolux come veicolo per la nostra internazionalizzazione. Prima con la vendita ai nuovi stabilimenti nel mondo e poi analizzando i mercati in cui operavamo. Alla fine, sono sopravvissuti i fornitori locali che hanno colto la palla al balzo».
La pensa così anche Antonio Galletti, ad di Nidec Sole Motor Corporation di Pordenone (motori elettrici, 150 milioni di fatturato e mille dipendenti; dal 2010 parte del gruppo giapponese Nidec Corporation): «Con la tecnologia e l'innovazione, ci si rende indispensabili anche per una multinazionale». Gli fa eco Renato Ruozzo, presidente di Teas (Milano, ma produzione a Fossalta di Portogruaro, Venezia; 8 milioni di fatturato e 42 dipendenti). «Realizziamo – afferma Ruozzo – linee di lavorazione chiavi in mano. Nel 1983 Zanussi è stato il nostro primo cliente; il rapporto continua con Electrolux. Dalla fine degli anni '90, l'ingresso negli stabilimenti locali della multinazionale di manodopera straniera ha comportato la semplificazione dell'interfaccia uomo-macchina. Queste conoscenze si sono rivelate utili, per noi, nei mercati esteri».
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