Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2013 alle ore 06:42.

My24


FIRENZE
Quello appena chiuso resterà un anno di svolta nella storia della famiglia Antinori. Arrivata alla 26esima generazione, la dinastia fiorentina d'imprenditori del vino (iscritti all'Arte dei Vinattieri dal 1385), a fine 2012 non solo ha inaugurato la nuova cantina di Bargino, in Valdipesa, un progetto avveniristico costato più di 100 milioni, ma ha varato anche una riorganizzazione del controllo del gruppo per assicurare stabilità azionaria e gestionale, oltre che certezza nelle successioni. Per almeno 90 anni.
La mossa, che il Sole 24 Ore è in grado di raccontare, riguarda la creazione di un trust familiare, denominato Trust Piero Antinori, con sede a Firenze, a cui il 21 dicembre scorso è stata conferita l'intera proprietà della holding del gruppo, la Palazzo Antinori srl, titolare del 100% della P.Antinori spa che a sua volta possiede il 100% della Marchesi Antinori srl, l'azienda industriale con 1.700 ettari di vigneti, 20 milioni di bottiglie prodotte e una stima di 150 milioni di ricavi a fine 2012.
Il trust è un istituto del sistema giuridico anglosassone, riconosciuto da quello italiano, e ha lo scopo di regolare i rapporti di natura patrimoniale. Dal punto di vista fiscale è neutro. «Il nostro obiettivo è quello di legare l'azienda alla famiglia anche per il futuro», spiega Piero Antinori, 74 anni, il leader della dinastia che da tempo aveva già passato il controllo del gruppo in parti uguali alle tre figlie, impegnate tutte nell'attività familiare: Albiera, 46 anni; Allegra, 41; e Alessia, 37. I nipoti di Piero, che comunque resta usufruttuario a vita, sono invece cinque.
«Vogliamo anche dare garanzie e certezze ai futuri eredi, grazie alla levatura dei trustees, figure esterne a cui viene affidata la gestione del trust, nei confronti dei quali ci legano stima e amicizia», dice il marchese. Si tratta di Ferruccio Ferragamo, imprenditore e numero uno della maison di moda fiorentina e due professionisti: Nicola De Renzis e Laura Bartoli. A loro spettano le decisioni ordinarie, come l'indicazione degli amministratori delle aziende del gruppo; e quelle straordinarie, come la nomina dei propri successori, l'eventuale vendita o acquisto di beni, oltre alla tutela degli interessi dei rami della famiglia che fanno capo alle tre sorelle Antinori, con regole molto rigide sulla partecipazione alla vita aziendale.
L'operato degli amministratori del trust passerà al vaglio di un pool di "guardiani", o protectores, composto da Albiera, Allegra, Alessia e Piero Antinori, e dall'amministratore delegato del gruppo, Renzo Cotarella. A garanzia della famiglia. Al trust affluirà il 10% degli utili netti delle attività e la metà sarà accantonato a patrimonio delle future generazioni. Il 90% del risultato finale di ogni esercizio resterà invece in azienda. Nel 2102 il trust si scioglierà e i legittimi beneficiari, cioè gli eredi del momento, potranno ricostituirlo oppure limitarsi a spartire il patrimonio di famiglia, ancora una volta però sulla base di scelte dei trustees.
«Insieme a mio padre e alle mie sorelle abbiamo deciso di costituire il Trust Piero Antinori affinchè le prossime generazioni seguano regole pensate proprio per premiare chi lavorerà in azienda con passione, entusiasmo e intelligenza, nel rispetto sia della nostra storia che dei valori che da sempre la mia famiglia rispetta per produrre vini di alta qualità», sottolinea Albiera, vice presidente della Marchesi Antinori.
Tra le grandi famiglie imprenditoriali italiane c'è chi ha scelto lo strumento della fondazione, chi dell'accomandita, o chi come nel caso dei Ferragamo ha preferito quotarsi per dare una risposta alle esigenze delle nuove generazioni. «La Borsa non si addice al nostro business, legato ai tempi lunghi dell'agricoltura», dice il marchese Piero. Per blindare il controllo del gruppo Antinori e dare certezze ai futuri eredi meglio un trust.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi