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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2013 alle ore 06:42.

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MILANO
La manifattura tecnologica italiana, tra informatica e telecomunicazioni, scricchiola sotto il peso della crisi. Con una incertezza in più rispetto alle "colleghe" europee, visto che il nostro Paese sconta una certa testarda resistenza al cambiamento. E già, perché in molti casi la mancanza d'offerta di prodotti hi-tech nostrani ad alto valore aggiunto – al netto di tutto quello che è "obbligatorio" produrre in Asia, per le note economie di scala – fa il paio con un consumo arretrato di tecnologia. Tradotto: in molte aziende gli investimenti nei settori più avanzati e redditizi, dal cloud computing alla sicurezza informatica fino alle reti internet di nuova generazione, sono ancora visti come un puro costo e non come una leva di competitività.
Le previsioni di Assinform-Netconsulting sulla chiusura d'anno, per tutta la filiera italiana dell'Information & communication technology, parlano di un calo del fatturato non lontano dal 3%, a quota 56,5 miliardi di euro, per totale di oltre 456mila addetti e quasi 84mila imprese (fonte Annuario Istat 2011). E le cose andranno ancora piuttosto male nel 2013, quando il mercato probabilmente perderà un altro miliardo abbondante, stabilizzandosi a quota 55 miliardi e mezzo.
Più nel dettaglio, limitandosi all'industria informatica, i risultati registrati dall'It dei primi sei mesi dell'anno autorizzano il pessimismo, con le componenti tradizionali in netta discesa: hardware -7,1%, software -0,6% e servizi -3,3 per cento. Meno drastico, invece, il calo del mercato delle telecomunicazioni che aveva archiviato il primo semestre con un -1,3%, trend dovuto alla ripresa degli investimenti nelle infrastrutture di rete (+2,2%) e nei sistemi e terminali (+4,4%) spinti soprattutto dagli smartphone che continuano a crescere a doppia cifra segnando un poderoso +30%, che dovrebbe essere confermato anche sui dodici mesi.
«L'Italia è sempre ai primi posti al mondo nel comparto della telefonia mobile – spiega Paolo Angelucci, presidente dell'Assinform – con i device mobili passati dai 2,4 milioni dei primi sei mesi 2011 ai quasi quattro milioni dello stesso periodo di quest'anno».
Ed è boom anche per i tablet: sempre secondo Assinform si attesterebbero in Italia, alla fine di quest'anno, a quota 1,5 milioni, una stima probabilmente conservativa se si pensa che in un suo recente studio il Politecnico di Milano parla di quasi il doppio, 2,9 milioni di pezzi.
«Le difficoltà dell'It – ha spiegato ancora Angelucci – sono anche il riflesso dei cambiamenti tecnologici che, sulla spinta dell'esplosione del web, stanno trasformando profondamente profilo e dinamica del settore, ampliandone i confini e penalizzando gli assetti più tradizionali. Per questo abbiamo sentito la necessità di rileggere e reinterpretare il settore intendendolo come global digital market, metodo analitico capace di cogliere gli effetti della convergenza sempre più spinta fra It e Tlc». Sotto questa nuovo lente, si rileva che nei primi sei mesi del 2012, al netto calo dei Pc e server, si è contrapposto non solo il +78,5% di crescita del mercato tablet, ma anche l'affermarsi dell'It della nuvola, il cloud computing, aumentato del 41,6 per cento. Allo stesso tempo i nuovi modi di fruizione della tecnologia spingono la crescita del segmento dei contenuti digitali e della pubblicità online al ritmo del +4,1 per cento.
E sulle occasioni perdute, ma anche su quelle da recuperare della tecnologia italiana, interviene Cristiano Radaelli, numero uno dell'Anitec, l'associazione che raccoglie le industrie dell'informatica, delle telecomunicazioni e soprattutto dell'elettronica di consumo, appena riconfermato alla presidenza: «Puntare sull'economia digitale può portare fino a 43 miliardi di euro di minore spesa pubblica e 13 miliardi di maggiori entrate. Inoltre l'utilizzo di internet può consentire risparmi per circa 2mila euro l'anno a famiglia». Tra costi di trasporto tagliati, sconti sugli acquisti e maggiore efficienza produttiva.
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www.ilsole24ore.com
Lo studio Assinform-Netconsulting
sulla filiera dellìIct in Italia

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