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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2013 alle ore 10:14.

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L'utilizzo della leva fiscale per attrarre investimenti, creare posti di lavoro e ottenere ritorni economico-finanziari è la strategia che ha caratterizzato la politica tributaria di un numero crescente di Paesi, alcuni di lunga tradizione "marketing oriented" e altri a vocazione più recente. Vi è da chiedersi se qualcosa stia cambiando, o meglio, se qualcosa dovrà cambiare, e in fretta, nella classificazione a cui eravamo abituati fra Stati "virtuosi", "paradisi fiscali" e Stati "canaglia".

Che la fiscalità sia un fattore competitivo tra sistemi Paese è cosa nota. La pressione tributaria, ma anche la qualità e la quantità delle riforme in questo settore, sono monitorati costantemente dai Governi e ciascuno di essi guarda a cosa fanno gli altri.

Il rapporto Doing Business pubblicato dalla Banca mondiale che con graduatorie annuali cerca di rendere possibile un confronto fra le principali economie mondiali, utilizzando 11 indicatori, tra cui la sezione Paying Taxes elaborata con il supporto del network internazionale PwC.
Il rapporto suggerisce che la globalizzazione ha comportato anche la possibilità che uno Stato modifichi le proprie politiche sulla base degli esempi di altri Stati e possa ottenere un vantaggio competitivo attraverso la leva fiscale. La fiscalità continua e continuerà, infatti, a essere un fattore importante e a volte decisivo di localizzazione. Ma è il concetto sottostante di fiscalità che sta evolvendo rapidamente e di questo le politiche fiscali non potranno non tenere conto.

Innanzitutto, vi è il prelievo fiscale complessivo previsto per una certa attività che è generalmente somma di una serie di prelievi che gravano sul reddito generato e di altri prelievi, nella forma di tributi indiretti e minori, che gravano sull'attività per il fatto stesso che viene esercitata. Tuttavia non si tratta solo di questo. A fronte di una riduzione complessiva dell'8% del prelievo fiscale complessivo sul reddito dell'impresa tipo (Total Tax Rate) per il periodo dal 2004 al 2011, nel 2011 la riduzione complessiva è stata solo dello 0,3% e quasi esclusivamente ascrivibile ai Paesi asiatici e dell'America centrale. Anche nell'anno precedente la riduzione complessiva del 3,3% è stata generata principalmente da Paesi in via di sviluppo.

Lo stesso rapporto evidenzia che esiste una forte correlazione tra prelievo fiscale e crescita ma che il solo basso prelievo fiscale non è sufficiente a stimolare la crescita. C'è inoltre un impatto significativamente negativo sulla crescita correlato alla complessità amministrativa del sistema fiscale. La componente "peso degli adempimenti fiscali" può rappresentare un vincolo per la crescita interna, ma ancor più dell'elevata imposizione fiscale, una riduzione dei vincoli di tipo amministrativo rappresenta un fattore per la crescita economica di un Paese. Gli altri due indicatori Paying Taxes (il numero dei pagamenti di imposte e il numero di ore necessarie ad adempiere) mostrano un andamento che, su base mondiale, evidenzia una riduzione ancora consistente per il 2011, come negli anni precedenti.

La questione si sta quindi spostando sul peso che le imprese danno alle condizioni diverse dal prelievo fiscale. È in questo senso che il concetto di fiscalità sta rapidamente mutando verso una accezione più vasta. Alla misura della pressione tributaria un numero sempre più elevato e agguerrito di operatori affianca, nelle proprie scelte, almeno alcuni dei seguenti fattori:
Stabile quadro normativo di riferimento in materia fiscale o con modifiche accompagnate da una fase di adeguamento prima dell'entrata in vigore;
- Certezza e tempestività nei criteri interpretativi;
- Capacità della pubblica amministrazione di essere un interlocutore affidabile nell'accezione anglosassone di accountability;
- Quadro sanzionatorio ripensato in funzione della proporzionalità tra violazione e sanzione;
- Cooperazione tra amministrazioni evitando che comportamenti fiscalmente ammessi in un dato Paese siano fonte di contenzioso in un altro Paese;
- Un altro importante fattore, acuito dall'attuale crisi finanziaria, è dato dalla maggiore attenzione di molte amministrazioni al fenomeno dell'evasione, soprattutto nella sua componente "off-shore". I maggiori Paesi tollereranno sempre meno una competizione giudicata non corretta attraverso la leva fiscale da parte di altri Paesi.

Fabrizio Acerbis è partner PwC Tax & Legal Services
Francesco Nuzzolo è director PwC Tax & Legal Services

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