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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2013 alle ore 10:43.

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In una regione quarta in Italia per il livello di esportazioni, la strada dell'internazionalizzazione delle imprese è la via maestra per tenere a galla le aziende in tempo di crisi economica e di contrazione del mercato interno. Nasce da qui la scelta della Regione Piemonte di destinare parte dei fondi europei ex Fas al piano per l'internazionalizzazione messo a punto con il sistema camerale, che sarà presentato domani.

Una scelta «originale» nel panorama nazionale, come sottolinea l'assessore alle Attività produttive del Piemonte, Massimo Giordano. «Con questi ulteriori fondi – spiega Giordano – potremo dare alle nostre aziende un aiuto per loro indispensabile, in un contesto che sta continuando a reggere nonostante questa fase così delicata. L'utilizzo dei fondi FSC (ex Fas) da parte della Regione per i programmi di internazionalizzazione, in modo sinergico e concordato con il sistema camerale, rappresenta una novità originale e che ci distingue positivamente. Basti pensare che a livello nazionale, presso il ministero degli Esteri, è stata recentemente avviata un'apposita cabina di regia per promuovere queste forme di collaborazione sulle politiche di export tra i diversi attori».

Sul piatto, 30 milioni fino al 2016 che rappresentano la dote della Regione ai nuovi progetti che saranno avviati. Strumento di realizzazione degli interventi è il Ceip, Centro estero per l'internazionalizzazione, ente dal primo gennaio 2013 pubblico al 100%, dopo l'uscita dall'assetto societario delle associazioni datoriali. La scelta nasce proprio dalla volontà di poter affidare in house le risorse della programmazione europea.

Il Piemonte ha avviato da oltre un anno una programmazione congiunta con le Camere di commercio attraverso il Piano per l'internazionalizzazione. «Un esempio concreto – conclude Giordano – sono proprio i progetti integrati di filiera (pif) e i progetti integrati di mercato (pim), su cui la Regione ha stanziato 6,5 milioni e che sono già partiti. I primi consentiranno di promuovere la proiezione internazionale di alcune filiere produttive piemontesi di eccellenza, mentre i secondi prevedono di ampliare i mercati di riferimento, di migliorare la gamma di servizi di accompagnamento e di stimolare le aggregazioni fra imprese».

Grazie a un'iniezione di risorse più ampia, spiega il presidente del Ceip Giuseppe Donato, «contiamo quest'anno di intensificare il lavoro di sostegno e la rete di servizi a disposizione delle aziende». Nel 2012, in particolare, il valore dei progetti e dei servizi offerti si aggirava intorno ai 9 milioni: oltre 64 gli eventi fieristici presidiati e 600 le aziende coinvolte su un totale di 1.600 assistite, accanto a oltre 4mila incontri b2b organizzati. Internazionalizzazione e innovazione, dunque, rappresentano le carte principali per affrontare il momento. Ma ai fini dell'internazionalizzazione, molto conta la capacità di fare rete tra imprese. «In linea generale, saranno sempre più favorite le aggregazioni tra imprese e l'avvio di contratti di rete» assicura Donato.

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