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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2013 alle ore 06:43.

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Con il conto termico il panorama delle leggi incentivanti italiane per le energie rinnovabili si completa e si razionalizza. La norma ha l'obiettivo di promuovere l'efficienza energetica, in particolare per riqualificazioni dei fabbricati della pubblica amministrazione, e la produzione e l'auto-consumo di energia termica green per tutti i soggetti, pubblici e privati.
La struttura del decreto dei ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente (datato 28 dicembre 2012 e pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale» del 2 gennaio) è coerente con le diverse versioni del conto energia già previste per il solare fotovoltaico e crea anche in questo ambito una metrica di valutazione di tipo prestazionale, finalizzata cioè a premiare le soluzioni realmente produttive ed efficaci.
Nel conto energia, infatti, viene infatti pagato l'incentivo solo sull'energia elettrica effettivamente generata dai pannelli fotovoltaici, misurata con i contatori «bidirezionali» installati presso gli impianti. Nel conto termico, invece, si stimano le produzioni annue (o i risparmi) di alcune tipologie di intervento. Contestualmente, si incaricano il Gse (gestore servizi energetici) e il Cti (comitato termotecnico italiano) di predisporre le linee guida per l'installazione di contatori termici per l'invio telematico dei dati. È probabile che questi contatori non saranno installati su tutte le utenze, escludendo ad esempio quelle domestiche: ma è plausibile che i fabbricati a più alta densità di utilizzo siano dotati, in un prossimo futuro, di sistemi precisi e attendibili in grado di misurare l'energia termica rinnovabile effettivamente prodotta, così da incentivare chi ha realizzato interventi a regola d'arte.
Gli incentivi sono concentrati su due tipologie di intervento: la posa in opera di sistemi di efficientamento energetico su pareti e coperture (per la sola Pa) e gli impianti di produzione di energia termica rinnovabile per amministrazioni pubbliche e privati.
Il decreto è parzialmente in sovrapposizione con i meccanismi di detrazione fiscale del 55%, prorogati al 30 giugno 2013. Per la Pa – che non può beneficiare di detrazioni fiscali – la strada del conto termico è obbligata: per i privati invece, fino al 30 giugno, è possibile scegliere tra le due strade (si veda la scheda in basso).
Secondo le stime dello Sviluppo economico, il conto termico genera rimborsi valutabili intorno al 40% delle spese sostenute, includendo eventuali costi di diagnosi e certificazione energetica (documenti necessari, in alcuni casi). Alcune associazioni di categoria hanno contestato la percentuale, sostenendo che spesso ci si ferma al 15-20% della spesa. Resta comunque il fatto che l'incidenza dell'incentivo dipende dal costo iniziale – influenzato anche dalle spese di installazione – e quindi va calcolato caso per caso al momento del progetto.
Diversamente dalla detrazione, che è sempre decennale, l'incentivo si ottiene al massimo in cinque rate annuali (e in diversi casi, e soprattutto per interventi di taglia "domestica", in due anni). Inoltre, nel caso del conto termico non si tratta di una detrazione, ma di un contributo versato direttamente sul conto corrente del soggetto responsabile dell'intervento da parte del Gse.
In diversi casi l'incentivo è legato a fattori di tipo prestazionale: nel caso delle pompe di calore, ad esempio, il calcolo è funzione dei coefficienti prestazionali e della zona climatica. Una pompa di calore in Trentino Alto Adige è più incentivata rispetto a un'altra installata in Sicilia, il che punta a premiare gli investimenti effettuati dove rendono di più.
Il supporto tecnico e il monitoraggio dei risultati sono ancora affidati all'Enea, mentre le coperture economiche sono ricavate da interventi sulle tariffe del gas, definiti dall'Autorità per l'energia. In questo modo si elimina una ulteriore criticità, che ha creato diversi problemi sulle detrazioni per il risparmio energetico. Le detrazioni sono infatti coperte dalla fiscalità generale, mentre il fabbisogno è richiesto da vari ministeri (Sviluppo economico, Ambiente, eccetera). Questo scenario, in passato ha generato qualche tensione e instabilità, come si ricorderà ai tempi del ministero Tremonti.
L'affiancamento del conto termico alle detrazioni del 55% consentirà una ripartizione degli oneri tra tariffe del gas e fiscalità generale, garantendo un orizzonte più stabile per le politiche di incentivazione.
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