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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2013 alle ore 08:14.
MIRANDOLA (MODENA)
È una riapertura che ha due volte il sapore della vittoria, quella che Aries Srl di Mirandola ha ufficialmente celebrato ieri, nel cuore dell'Emilia terremotata e del distretto biomedicale più importante d'Europa. Non l'hanno fermata i crolli del 20 e 29 maggio scorso e neppure la morte del titolare, Mauro Mantovani, rimasto schiacciato sotto le macerie, durante la seconda scossa, mentre cercava di mettere in salvo il salvabile. Men che meno l'hanno fermata l'assenza di contributi pubblici immediati o i timori per la burocrazia. Aries da ieri è il simbolo di tutti quei piccoli imprenditori laboriosi, responsabili e attaccati alla propria terra che si stanno rialzando da soli e non hanno mai smesso di presidiare il mercato, grazie alla solidarietà del territorio e alle proprie forze.
«Per noi questo è un nuovo inizio. Rientrare in questo capannone è un grande risultato che ci aiuta a guardare al futuro e andare avanti», ha affermato ieri davanti allo stabilimento completamente ristrutturato Massimo Trentini, responsabile marketing di Aries, specializzata in presidi medici per ospedali, 25 addetti e un fatturato di 5 milioni, effetto-sisma a parte (il business era in crescita 15% fino a metà 2012). La moglie del titolare, Maria Luisa, e il figlio Maurizio hanno dovuto fare i conti con un milione e mezzo di danni – tra il magazzino crollato, la merce persa, gli impianti lesionati – ma non hanno mai gettato la spugna e hanno autofinanziato tutti i lavori. Già in giugno, spostando gli uffici amministrativi in zona, la camera bianca a Nonantola e il magazzino a Poggio Rusco, avevano ripreso a fornire i loro dispositivi per oncologia, nutrizione parentale e trasfusione agli ospedali. E ora la squadra è di nuovo al completo, pienamente operativa nella vecchia sede, al fianco di nomi come BBraun, Bellco, Covidien, Gambro tutti alle prese con danni e ricostruzioni. Nel distretto biomedicale – un centinaio di imprese, 4mila addetti e 800 milioni di business – il terremoto ha colpito infatti con precisione quasi chirurgica.
Aries, come quasi tutte le imprese del cratere, si metterà solo ora al lavoro su perizie e pratiche necessarie per ottenere i contributi tramite la procedura Sfinge (si veda il Sole-24 Ore di ieri sulle difficoltà burocratiche dell'iter autorizzativo). «Abbiamo bisogno – ricorda Trentini – di ottenere presto i finanziamenti che lo Stato ha stanziato, perché solo così potremo portare avanti i progetti che la nostra azienda aveva sviluppato prima del terremoto: vogliamo crescere, ampliarci, continuare a distinguerci per il nostro lavoro. Competenze e intraprendenza non ci mancano. È necessario però che, finita l'emergenza, non si dimentichi questa zona e non si abbandonino le aziende che qui lavorano con entusiasmo e dedizione».
A rispondergli in presa diretta, durante l'inaugurazione alla presenza di autorità locali e dei rappresentanti di Confindustria è stato lo stesso assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli: «Le risorse pubbliche ci sono e sono disponibili. E non ci sono burocrazie esasperanti ma solo regole da seguire. Le ordinanze sono il nostro impegno per rispettare quelle regole e garantire i contributi. Un impegno straordinario per portare, come topini, un pezzetto di formaggio alla volta, da Roma alla nostra tana».
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