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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2013 alle ore 09:44.

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ROMA
«Cari ministri...». È cordiale solo l'incipit della lettera che il commissario all'Ambiente, Janez Potocnik, ha inviato ai ministri Corrado Clini e Mario Catania. Per il resto è un duro atto d'accusa verso il provvedimento adottato dal Parlamento italiano che sospende per un anno gli effetti della direttiva comunitaria sui nitrati in agricoltura (si veda Il Sole 24 Ore del 12 gennaio 2013).
«La Commissione – scrive Potocnik – è venuta a conoscenza attraverso la stampa ufficiale, piuttosto che i canali normali, che l'Italia ha approvato una legge (221/2012) per quanto riguarda la direttiva sui nitrati, che porterà a significativi danni ambientali con un maggiore inquinamento dell'acqua».
Per il commissario si tratta di un'iniziativa «molto sorprendente che pone l'Italia in palese violazione dei suoi obblighi legali in materia di politica sia ambientale che agricola».
La direttiva nitrati varata da Bruxelles pone dei limiti per lo smaltimento dei reflui zootecnici nei campi. Il limite concesso all'Italia – già in deroga alla norma dell'Unione europea – prevede 250 kg di azoto per ettaro. Una quantità insufficiente secondo gli allevatori, tanto che le Camere il 17 dicembre scorso hanno accolto la proposta di sospendere tale limite per un anno con l'obiettivo di ridefinire le aree a rischio-inquinamento allargando il perimetro ai centri urbani e industriali.
Un percorso che non convince Bruxelles. «È senza dubbio utile ricordare che l'Italia – continua Potocnik – ha attivato nel corso degli anni, e dopo una lunga procedura d'infrazione, programmi d'azione per assicurare il rispetto della direttiva nitrati. La legge ora approvata, dunque, mina tanti anni di un lavoro sulla tutela delle acque. Questo porterà a costi enormi per la società, ma anche per gli agricoltori che non saranno più in regola con i requisiti della politica agricola comune». Insomma, il commissario ventila anche lo stop dei contributi Pac a chi non rispetta le norme sulla condizionalità e quindi la direttiva sui nitrati.
«Siamo sicuri che riconosciate la gravità di questa situazione – conclude Potocnik – e, quindi, vi chiedo di prendere misure immediate per correggere questo provvedimento e riportare la legislazione in linea con i requisiti della direttiva sui nitrati».
La lettera è stata firmata il 16 gennaio e concede cinque giorni di tempo ai ministri italiani per una replica.
Intanto, sempre da Bruxelles, arrivano novità per il settore ortofrutticolo. La Commissione ha annunciato di volere rivedere alcuni aspetti della normativa (Ocm) riguardante frutta e ortaggi, in attesa che le regole per questi prodotti confluiscano nella futura Politica agricola comune in discussione a Bruxelles.
Il principale obiettivo, hanno spiegato fonti comunitarie, è «rafforzare il ruolo delle organizzazioni di produttori e incentivarne la loro fusione». E l'occasione è la valutazione, da parte degli uffici dell'Esecutivo, dell'impatto che ha avuto la riforma dell'Ocm varata nel 2008, e che la stessa presidenza di turno irlandese dell'Ue ha detto di «attendere con interesse», insieme a «tutte le proposte legislative che la Commissione riterrà opportune».
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LO SCONTRO

La lettera. Il commissario europeo all'Ambiente chiede all'Italia di ritirare lo stop per un anno alla direttiva nitrati. I ministri Clini e Catania hanno cinque giorni di tempo per replicare alle accuse.

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