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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2013 alle ore 23:38.

Riccardo Garrone, presidente della Sampdoria e presidente onorario della Erg, si è spento nel capoluogo ligure all'età di 76 anni. Era malato da tempo, ma, nonostante la sofferenza, non ha mai abbandonato, se non nelle ultimissime settimane, il suo impegno sia per la squadra che per la città. Garrone era un imprenditore tutto d'un pezzo, con un carattere forte e rigoroso, poco incline ai compromessi e, al contempo, animato da un grande senso civico e da un amore sincero per Genova, la città che gli ha dato i natali, il 23 gennaio del 1936.

Laureato in chimica industriale nel 1961, dopo la maturità presa al liceo classico D'Oria, uno degli istituti scolastici in cui si è formata gran parte della classe dirigente genovese, era sposato con Anna Maria Campi, dalla quale ha avuto sei figli. La sua storia di imprenditore inizia con la morte improvvisa, nel 1963, del padre, Edoardo Garrone, il fondatore della Erg (Edoardo Raffineria Garrone), creata nel 1938 a San Quirico e cresciuta negli anni fino a diventare, nel '63 uno stabilimento capace di raffinare 6,5 milioni di tonnellate e di dare lavoro a oltre 600 dipendenti.

In quel periodo Edoardo Garrone aveva avviato la realizzazione di un oleodotto per trasportare i prodotti fino al nuovo deposito di Arquata Scrivia. Si tratta di una della opere più rilevanti della logistica italiana del tempo. Ed è proprio Riccardo Garrone a portare avanti e completare l'infrastruttura. Questo impegno segna il suo ingresso in azienda e la Erg prosegue la sua crescita che la porterà a diventare la più importante azienda petrolifera italiana. Garrone ha la grande intuizione di affidare la gestione operativa del gruppo, caso non comune nell'imprenditoria italiana, a un management capace, mentre lui si ritaglia un ruolo di guida anche come tramite tra l'azienda e il mondo politico. Nel 1971 la decisone di partecipare alla realizzazione della grande raffineria Isab di Priolo, in Sicilia. Alla quale segue la chiusura di San Quirico. Poi Garrone punta anche sull'investimento nella distribuzione della benzina.

A partire dagli anni '90, arriva la diversificazione nel settore energetico e nel 1997 la quotazione in Borsa. Nel 2002 Riccardo Garrone lascia gli incarichi operativi in azienda: il figlio Alessandro diviene amministratore delegato e il primogenito Edoardo nel 2003 assume la presidenza.

Intanto Riccardo ha avviato il salvataggio della Sampdoria, rilevandola dalla famiglia Mantovani e scongiurandone il fallimento. Ha acquistato la Sampdoria in serie B, l'ha riportata subito nella massima serie e poi l'ha rilanciata in Europa, centrando il traguardo dei preliminari di Champions League con la coppia Cassano-Pazzini.

"Abbiamo perso una personalità di grande rilievo – ricorda il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando - sia per quello che ha fatto da imprenditore, sia per le altre attività a cui si è dedicato, tra cui la guida della Sampdoria e della Fondazione Garrone. Ed era bello sentirlo parlare di nuovi progetti per Genova. Ero legato a lui da un rapporto intenso e di amicizia con frequenti scambi di opinioni su problemi che ambedue dovevamo affrontare. Ho condiviso con lui anche rari momenti di svago". Uno su tutti: le partite a scopone nelle sale del ristorante Europa.

"Ho avuto, da sindaco, ricorda Marco Doria, primo cittadino genovese - il piacere di conoscere Riccardo Garrone di cui ho potuto apprezzare la grande disponibilità a collaborare al bene della città, la cortesia e la voglia di fare con inventiva e senza pregiudizi. Ha guidato una grande impresa familiare che ha rivestito e riveste una rilevante importanza nella storia e nella realtà di Genova. Ha contribuito alla vita sportiva della città e, anche attraverso la Fondazione Garrone, alla promozione della cultura. Esprimo il cordoglio della civica amministrazione e mio personale unendomi al dolore dei familiari".

Un ulteriore ricordo arriva da Stefano Zara, che successe a Garrone alla presidenza di Confindustria Genova nel 2000 (il petroliere resse l'associazione dal 1983 al 1986 e dal 1998 al 2000). "Ero legato a lui – dice Zara – da ragioni affettive e di grande stima. Lascerà un grande vuoto nella città. Voglio ricordare, tra l'altro, che era attaccatissimo a Genova e si è impegnato nel salvataggio del Teatro dell'opera Carlo Felice, nel piano per la costruzione di un nuovo stadio e in tanti altri progetti (come la Fondazione Edoardo Garrone, che si occupa di formazione, cultura e arte contemporanea, ndr) Era dentro a tutte le iniziativa che pensava potessero essere utili alla città".

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