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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2013 alle ore 06:43.

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ROMA
Di strada da fare per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda digitale europea ce n'è ancora tanta e in alcuni casi bisognerà compiere un'impresa per non fare brutte figure. Il rapporto "Italia connessa-Agende digitali regionali" che Telecom Italia presenta oggi a Bologna con la Regione Emilia Romagna mette a nudo le differenze, talvolta enormi, nelle performance relative all'innovazione digitale. È nell'adozione dei servizi in rete che la maggior parte delle Regioni risulta ancora in forte ritardo, mentre sulle infrastrutture appare più semplice rispettare i tempi imposti dalla Ue.
Il Libro bianco punta in sostanza a declinare a livello regionale i programmi delineati da Bruxelles e dal governo attraverso il recente decreto crescita 2.0. La tesi è molto precisa: solo se saranno le Regioni ad accelerare il passo, aggiornando i loro vecchi piani sulla base del l'Agenda europea, si potranno vedere avanzamenti significativi in tempi stretti.
Infrastrutture
Sulla banda larga il primo obiettivo Ue è garantire entro il 2013 a tutti i cittadini la possibilità di collegarsi alla banda larga ad una velocità di almeno 1 megabit/secondo. Oggi è ancora tagliato fuori il 10% delle unità immobiliari, gap colmabile in corso d'anno a patto di avviare con urgenza gli interventi necessari. Più complessa la situazione relativa alla copertura della banda ultralarga che vede l'Italia rincorrere, con l'11%, a fronte dell'ambizioso obiettivo europeo (entro il 2020 100% dei cittadini raggiunti da internet con almeno 30 megabit e almeno il 50% delle famiglie con 100 megabit).
Servizi
Preoccupante il dato italiano (47%) rispetto al target Ue del 75% di popolazione che entro il 2015 dovrà usare regolarmente internet. Siamo addirittura terzultimi per e-commerce nei Paesi Ue, con un deprimente 15% di persone che hanno acquistato online nell'ultimo anno mentre Bruxelles chiede di raggiungere il 50% entro tre anni. Situazione critica anche per le Pmi, con l'11% che effettuano acquisti e solo il 4% che vendono online, molto distanti dall'obiettivo al 2015 del 33 percento. E non va meglio per i servizi di e-government, utilizzati dal 22% della popolazione con l'Italia che si colloca al penultimo posto della classifica europea.
Regioni
Le Regioni sembrano ancora andare in ordine sparso. Alcune non hanno alcuna pianificazione in corso sull'Ict, anche per ritardi amministrativi, altre hanno invece avviato una pianificazione riferita in modo esplicito al concetto di Agenda digitale, che si ritrova ad esempio in Lombardia e Umbria, e risulta in corso di definizione in Veneto e nelle Marche. Sanità e scuola sono lo specchio di azioni ancora disomogenee. Il centro unico di prenotazione di livello regionale per le prestazioni sanitarie è stato già realizzato solo da 12 Regioni; il fascicolo sanitario elettronico vede tutti i governatori impegnati nella realizzazione, ma solo in quattro casi ne è già stata realizzata una prima versione. Frammentate e discontinue anche le politiche rivolte alla scuola digitale, in cui spiccano in positivo le performance di Emilia Romagna e Lombardia. Negli acquisti online da parte dei cittadini sono quasi al palo la Campania (6%), la Puglia e la Sicilia (7%). Nell'e-government (interattività dei servizi offerti sul sito dei Comuni) si va dal 30% della Toscana all'11% della Basilicata passando per il 18% del Piemonte. In Puglia il primato negativo di persone che non usano internet (57%), a distanza netta dal 38% di Trento e Bolzano e soprattutto dal target del 15% fissato dall'Agenda europea per il 2015.
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